Smart working, telelavoro, lavoro da remoto... insomma... con qualsiasi appellativo lo si definisca, il lavoro da casa sta diventando una costante delle nostre vite. La pandemia da Coronavirus ha rivoluzionato tutto, dai ritmi quotidiani al modo di relazionarci ,fino alle nuove modalità di lavoro. Ciao ciao ufficio e benvenuto divano possiamo dire, o quasi!
Tanti aspetti positivi come la comodità, gli orari più flessibili e il risparmio sui mezzi di trasporto sì, ma anche aspetti negativi come la vita sociale ridotta a balcone (per chi ha la fortuna di averlo!), supermercato e videoconferenze, ma non solo.
Gli esperti, a questo proposito, avvertono che se la modalità di lavoro da casa dovesse proseguire da qui a 25 anni, ci potrà essere un peggioramento psico-fisico importante. Pertanto, è fondamentale combattere gli effetti negativi dello smart working e pensare maggiormente alla propria salute, sotto ogni punto di vista.
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Grazie a una recente indagine condotta da un team di medici del lavoro e psicologi del gruppo Directly Apply, si è potuto realizzare un modello computerizzato, simulando gli effetti su postura, peso, pelle e capelli dopo 25 anni di smart working.
I risultati sono lontani dall'essere positivi: la modella-tipo chiamata Susan, utilizzata per la ricerca, a causa della mole troppo eccessiva di lavoro in casa, delle limitate interazioni sociali e degli scarsi contatti con l'aria aperta e il sole, ha riscontrato una serie di problematiche da non sottovalutare: dalle occhiaie scure alla postura con collo “incassato” e schiena gobba, chiamati anche tech-neck, ovvero, mal di collo da tecnologia per l'appunto, dalla forte miopia, pancetta prominente, rughe precoci, fino al colore della pelle opaco.
La sfera psicologica, naturalmente, non è esente dalle ripercussioni negative del troppo lavoro a distanza. Gli esperti hanno infatti dimostrato come la mancanza prolungata di contatti fisici con altre persone, ad esempio i colleghi, visibili solo attraverso lo schermo del computer o dello smartphone, possa condurre a un forte aumento dello stress e a una conseguente paura della solitudine.
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La ricerca non intende svalutare il lavoro da casa, piuttosto, avvertire sulle possibili conseguenze negative nel caso non si adottassero dei validi accorgimenti nel corso del tempo. Lo smart working è una modalità estremamente valida di lavoro organizzato e produttivo. Il problema sta nel suo eccessivo utilizzo: ora si tratta di un effetto necessario e obbligatorio (o quasi) per contenere i contagi, ma, nel lungo periodo, non deve trasformarsi in una costante quotidiana. Largo quindi alla maggiore flessibilità con gli orari, i km in meno in auto, in treno o in metro, e alla maggiore autonomia organizzativa; l'importante è riflettere su alcuni importanti accorgimenti.
Ecco alcune buone abitudini necessarie per evitare la decadenza psico-fisica e l'imbruttimento da smart working consigliate da Directly Apply:
rispettare la routine: la dott.ssa e psicologa Rachel M Allan rivela che “attenersi a una routine che si adatta alla propria vita, ai livelli di produttività e alle esigenze lavorative, è essenziale per mantenere la salute fisica e psicologica ottimale quando si lavora da remoto. La routine consente di gestire il tempo e ottimizzare l'attenzione. Pensare a come gestire il tempo e cosa potrebbe funzionare meglio nel contesto più ampio della propria vita”;
coltivare le relazioni sociali: avere colleghi che migliorano l'umore e la stabilità emotiva, anche a distanza, consente una maggiore produttività e un miglioramento della salute psicologica. Consente di apprezzare maggiormente il lavoro che si svolge e di avere sempre un appoggio per qualsiasi problema;
fare esercizio: evitare assolutamente di stare sempre seduti nella stessa posizione. Uno stile di vita scorretto, specialmente se si rimane davanti a uno schermo per tutto il giorno. Questo può portare a una mancanza di attività fisica: diviene fondamentale quindi, ritagliarsi del tempo per allenarsi, anche uscendo dalla propria casa per respirare aria fresca quando si è in pausa o dopo una lunga giornata di lavoro.
cercare un equilibrio tra vita privata e vita professionale: la psicologa Kate Brierton consiglia di “ricordare sempre a se stessi che si ha bisogno di tempi di inattività capaci di far rimanere in buona salute ed essere la migliore versione di se stessi, sia al lavoro che a casa”. Occorre creare uno spazio dove poter lavorare in tutta serenità, una stanza separata se possibile o, qualora non ci fosse, disporre i mobili, piante e quadri in modo da contrassegnare la postazione di lavoro dal resto della casa. Fondamentale anche fare delle pause regolari per alzarsi, spostarsi, mangiare e bere;
utilizzare il tempo libero con saggezza: la flessibilità oraria è molto importante per la salute fisica ed emotiva. Ciò consente di risparmiare molto tempo, garantendo una maggiore socializzazione con amici e familiari, fare una passeggiata nella natura e fare attività fisica, tutte attività che prima, probabilmente, non erano possibili a causa della mancanza di tempo. Fondamentali per migliorare le prestazioni sul lavoro.
Collaborazione tra colleghi: il lavoro da casa potrebbe essere la causa di un maggiore isolamento. Il lavoro da remoto, tuttavia, non deve essere sinonimo di lavoro solitario, anzi. Questa modalità potrebbe consentire un miglioramento del lavoro di squadra e della collaborazione.
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