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Digitalizzazione del settore agroalimentare: nuove sfide e opportunità di lavoro

MERCOLEDÌ 03 GIUGNO 2020 | Lascia un commento
Foto Digitalizzazione del settore agroalimentare: nuove sfide e opportunità di lavoro
Scritto da Stefania Pili

Nel mondo dell'agricoltura e più in generale dell'agroalimentare, al giorno d'oggi, c'è un'attenzione sempre più crescente riguardo alle nuove tecnologie e strategie digitali da adottare. Anche in un settore come questo, quindi, si strizza l'occhio alla digitalizzazione con la semplificazione e il conseguente risparmio delle procedure, grazie all'utilizzo di tecnologie differenti a seconda delle necessità. Questo è il trend del futuro: le aziende del settore primario che vogliono rimanere sul mercato, specialmente in un momento di crisi economica come questo, devono cercare più soluzioni alternative possibili al passo coi tempi.

Le tecnologie digitali possono rappresentare delle vere e proprie opportunità per gli imprenditori agricoli. Alcuni vantaggi sono la distribuzione di alimenti sicuri, sostenibili e di qualità, una migliore gestione ambientale e mantenimento del territorio, e una maggiore produzione di prodotti con minor risorse economiche e difficoltà. Grazie all'Intelligenza Artificiale, i Big Data e la robotica, si può quindi contribuire alla ricerca di processi più efficienti che riguardano la dematerializzazione delle procedure, la tracciabilità, l'agricoltura di precisione, la qualità ambientale e alimentare, inclusi gli strumenti dell'internet of things (come appunto big data, droni e via dicendo).

 

Per approfondire: “Blue economy: un mare di opportunità e nuove prospettive occupazionali

 

La digitalizzazione agroalimentare in Europa

Una vita migliore per gli agricoltori e per le imprese rurali d'Europa: questo è ciò che si è stabilito durante la Dichiarazione di Cork 2.0, la conferenza europea sullo sviluppo rurale, dove si è affermato che l'uso delle tecnologie digitali sarà sempre più vitale nel fornire soluzioni sostenibili.

Anche la Commissione Europea con “Digitalizzare l'Industria Europea”, stabilisce che qualsiasi settore in Europa, grande o piccolo, ovunque situato e in qualsiasi settore, possa trarre pieno vantaggio dalle innovazioni digitali, compreso il settore agroalimentare. Per riuscire in questo intento, occorre il contributo positivo delle tecnologie digitali per l'agricoltura e nelle aree rurali, quindi di un approccio globale e strategico da parte dell'Unione Europea nell'adozione di questi strumenti.

Grazie al partenariato europeo per l'innovazione “Produttività Agricola e Sostenibilità” (EIPI-AGRI), i ministri dell'agricoltura di 74 nazioni si sono riuniti al Global Forum for Food and Agricolture di Berlino, dove si è discusso del rafforzamento dell'economia del settore agricolo, della sua sostenibilità, della conservazione delle risorse naturali e della sua capacità di resilienza e orientamento al consumatore. L'obiettivo primario? Uno sviluppo sostenibile entro il 2030, in relazione soprattutto al cambiamento climatico e alla “zero fame”, incrementando la produzione agricola e la produttività, migliorando la sostenibilità, l'uso efficiente delle risorse, le opportunità di impiego e imprenditoriali, e le condizioni di vita soprattutto nelle aree rurali, dove vive vive il 45% della popolazione mondiale.

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La situazione digitale delle imprese agricole italiane

Appena il 4% delle imprese agricole italiane risulta digitalizzata. Nello specifico, l'1,3% al sud e il 2% nelle isole; solo l'1,2% naviga su internet in modo costante. Questi dati derivano da una mancanza di competenze degli imprenditori (perlopiù sopra i 55 anni) e da una carenza di infrastrutture digitali, soprattutto nelle zone rurali. Tuttavia, si scorgono miglioramenti in alcuni segmenti di mercato in cui la digitalizzazione procede in maniera efficiente: tra questi, le aziende con produzioni biologiche (il 63% al sud). Il 15,6% ha un buon livello di digitalizzazione (rispetto al 4% nazionale), il 10,8% ha un sito internet (rispetto all'1,8% nazionale) e il 5,2% si occupa anche di e-commerce (rispetto allo 0,7 nazionale). Questi dati incoraggianti derivano probabilmente dalla giovane età di molti imprenditori, la maggior parte under 40.

Secondo un'indagine condotta da Nomisma nel 2016, società di consulenza strategica aziendale, è comunque in atto un ripensamento sugli strumenti digitali del settore. L'82,3% dei consulenti come periti e agronomi, utilizza quotidianamente il web per la propria attività, il 61% per gli agricoltori; tra quelli digitalmente alfabetizzati, il 95,6% consulta pagine e web e banche dati online per la gestione dell'azienda agricola. Le ricerche vertono su aggiornamenti normativi e di settore (21,4%), informazioni su tecniche e trattamenti colturali (18,6%), bandi e altre opportunità di finanziamento (18,2%). Per quanto riguarda le app, esse sono utilizzate dal 19,9% di tecnici e periti, che le ritengono fondamentali per il loro lavoro; c'è poi il gps applicato all'agricoltura di precisione (17%), le centraline agro-meteo (15,7%) e l'utilizzo dei droni come strumenti da implementare dal 15% dei consulenti, percentuale sicuramente più bassa rispetto al 43% degli agricoltori. I consulenti considerano la tecnologia un mezzo prezioso per l'aumento delle proprie conoscenze professionali (42,6%) e ritengono sia uno strumento utile per una comunicazione più efficace con i clienti (14,4%) e con le istituzioni (11,4%).

 

Creazione di nuovi posti di lavoro

Sono in continua evoluzione le nuove tecniche digitali avanzate per il settore agroalimentare; alcuni sono progetti finanziati dall'Unione Europea per il programma di ricerca e innovazione Horizon2020, che ha fornito quasi 80 miliardi di euro di finanziamenti fino al 2020. Si parla ad esempio di Sweeper, un robot per la raccolta di peperoni dolci, o il Data driven dairy decisions for farmers (4D4F), una rete di produttori di latte, fornitori e società per migliorare il processo decisionale nelle aziende lattiero-caseario basato sui dati generati dai sensori. E ancora, IoF2020, processo basato sull'implementazione di tecnologie dell'internet of things, che si occupa di cinque aree specifiche di intervento come raccolti, produzioni di carne, ortaggi e verdure, migliorando anche le tecnologie di diserbo biologiche e la qualità dei raccolti. Panthon, invece, si occupa di sviluppare un sistema robotizzato per rendere l'agricoltura della nocciola più produttiva e rispettosa dell'ambiente.

Per quanto riguarda altri progetti altamente tecnologici, troviamo l'agricoltura farming di precisione, che vuole gestire dal punto di vista della variabilità, della spazialità e della temporalità sia la singola fattoria che la singola pianta (o stalla nel caso degli allevamenti), ma anche la preparazione del terreno con la semina e la raccolta. L'Agricoltura 4.0 con Farming 4.0 fornisce un approccio basato soprattutto sulla geolocalizzazione dei veicoli per la guida assistita, il carotaggio, il prelevamento di campioni, la raccolta dei dati sul campo e l'uso di macchine a dosaggio variabile.

Inoltre, grazie alla collaborazione con le varie tecnologie ICT/geo-spaziali, ci potrà essere l'opportunità sempre più concreta di un monitoraggio in remoto ad alta risoluzione per lo sviluppo dell'agricoltura di precisione come i sistemi di navigazione satellitare e informativi geografici che, integrati con sensori di prossimità (meteo, dendrometri, biosensori), possono controllare i vari fenomeni per proteggere i raccolti.

Nei casi più semplici, l'e-commerce di cibo e bevande rappresenta un'enorme opportunità da sfruttare per espandere a livello mondiale il Made in Italy. Inoltre, i consumatori sono sempre più attenti alle origini e alle modalità di produzione dei prodotti; molto utile e redditizio in questo caso è l'integrazione tra le app e i QR Code che consentono, attraverso i codici presenti sulle confezioni, di risalire all'appezzamento da cui ha avuto origine il prodotto, conoscerne le caratteristiche e il relativo processo produttivo.

 

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