Aprire un’attività rappresenta un sogno per molte persone, tanto è vero che oggi anche i più giovani desiderano un lavoro autonomo.
Tuttavia, prima di fare questo grande passo, occorre rendersi conto di quello che comporta a livello di costi strettamente legati alla Partita IVA.
A pesare maggiormente sono senza dubbio i contributi INPS e, in tal senso, si hanno sostanzialmente tre opzioni tra cui scegliere: la gestione commercianti, la gestione artigiani o la gestione separata.
In questo articolo ci concentriamo sulla gestione commercianti, evidenziando i costi legati ai contributi INPS.
Cos’è la gestione commercianti
La gestione, o cassa previdenziale, è un ente che può essere pubblico o privato e prevede il versamento dei contributi iNPS.
In cambio di questi versamenti, l’INPS potrà assicurare al titolare dell’azienda la pensione, una volta maturati i requisiti per potervi accedere.
A chi si rivolge
In particolare, la gestione commercianti risulta essere obbligatoria per i titolari di un’attività di tipo commerciale.
Infatti, in base al codice ATECO scelto per l’attività, sorge l’obbligo di iscrizione alla gestione commercianti.
Come iscriversi alla gestione commercianti
L’iscrizione alla gestione commercianti può avvenire online, tramite il sito ufficiale dell’INPS, utilizzando il codice fiscale e l’identità digitale (SPID, CIE o CNS), oppure attraverso gli sportelli presenti sul territorio.
Naturalmente l’iscrizione deve essere effettuata contestualmente all’avvio dell’attività, altrimenti si rischia di incorrere in sanzioni.
Contributi previdenziali
Come abbiamo detto in precedenza, l’aspetto più impattante della gestione commercianti riguarda certamente i contributi iNPS.
Infatti, i contributi fissi sono obbligatori e non dipendono dal fatturato. In sostanza, se si fattura 0 si paga comunque la quota di contributi obbligatoria.
Nello specifico, per i commercianti vi è l’obbligo di pagare, per il 2024, 4.515,43 euro suddivisi in 4 rate, ovvero:
16 maggio 2024
20 agosto 2024
18 novembre 2024
17 febbraio 2025
Esiste inoltre una quota variabile di contributi da versare se si supera, come fatturato, il minimale che per il 2024 è fissato a 18.415 euro.
Attenzione però, i contributi variabili si devono calcolare sull’imponibile che si ottiene sottraendo il fatturato totale alle spese sostenute per l’attività.
Se l’imponibile è superiore a 18.415 euro, quindi, bisognerà versare il 24,48% di contributi calcolati sulla quota che eccede il minimale.
Riduzione per i forfettari
Se si aderisce al regime forfettario, è possibile richiedere una riduzione del 35% sul pagamento dei contributi.
Sebbene questa sia una cosa positiva, in quanto permette di risparmiare, sul lungo periodo può causare alcuni problemi in quanto vengono calcolati solo 8 mesi di contribuzione anziché 12 e questo, inevitabilmente, andrà a impattare sulla pensione futura.
Vantaggi e svantaggi
La gestione commercianti comporta certamente dei punti positivi, ma anche alcuni svantaggi.
Benefici della gestione commercianti
- Copertura pensionistica: nonostante gli elevati costi fissi dei contributi, questi comunque permettono di percepire una pensione una volta maturato il diritto
- Scadenze dei versamenti: le rate dei contributi iNPS obbligatori sono 4 e quindi il lavoratore autonomo può organizzarsi al meglio, accantonando una percentuale delle fatture incassate per far fronte ai costi dei contributi
- Protezione sociale: chi è iscritto alla gestione commercianti può beneficiare di indennità in caso di malattie o disoccupazione.
- Possibilità, per chi è in regime forfettario, di usufruire di una riduzione del 35% per i contributi
Svantaggi della gestione commercianti
- Costi fissi elevati: i contributi fissi obbligatori rappresentano una cifra importante che può scoraggiare chi intende avviare una nuova attività
- Riduzione della contribuzione: sebbene sia possibile accedere alla riduzione del 35% sui contributi, è bene ricordare che verranno accreditati solo 8 mesi su 12 e questo inciderà negativamente sulla pensione
- Burocrazia complessa: come spesso accade, la burocrazia è particolarmente complessa e richiede il supporto di un consulente, facendo così lievitare ulteriormente i costi fissi
Conclusione
La gestione commercianti rappresenta un obbligo per coloro i quali vogliono avviare un’attività commerciale.
Appare evidente però che gli elevati costi fissi possono ostacolare la voglia di fare dell’aspirante imprenditore che, soprattutto all’inizio, si troverà a dover affrontare diversi investimenti per far funzionare l’attività, senza ovviamente la certezza che questa possa produrre risultati positivi.
A differenza di quanto accade, ad esempio, con la gestione separata (dedicata solo ai liberi professionisti senza cassa), i contributi INPS sono infatti fissi e obbligatori indipendentemente dal fatturato.
Da tempo si parla della volontà, da parte delle istituzioni, di eliminare i contributi fissi obbligatori sostituendoli con una percentuale da pagare in base al fatturato. Ma ad oggi nulla è cambiato e quindi la gestione commercianti continua ad essere particolarmente onerosa.