Il lavoro sta diventando sempre più Green, un dato importante sia per quanto riguarda la salvaguardia dell'ambiente che per la nascita di nuove professioni, che nell'era post-Covid sfideranno la disoccupazione e la crisi economica. Si stima, infatti, che la domanda per i lavori Green saranno triplicate, con una richiesta di almeno 480mila esperti.
Dagli specialisti di turbine eoliche agli installatori di pannelli solari, dagli agricoltori urbani ai designer e ingegneri della plastica riciclata. Insomma, la Green Economy si prospetta sempre più come un settore in continua crescita, in grado di generare nuova occupazione, oltre che garantire una tutela ambientale e un risparmio energetico notevole. Scopo primario della Green Economy è, per l'appunto, produrre beni e servizi con tecniche specifiche che rispettino la natura e e l'intero pianeta Terra, per quanto possibile.
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La crescita esponenziale del settore Green può essere considerata una diretta conseguenza del Green Deal europeo, il piano d'azione con il quale l’Unione Europea conta di raggiungere la neutralità climatica nel 2050. Non solo, si attende anche l'esito dell'utilizzo dei fondi del progetto Recovery Fund, orientato a fornire il 37% delle risorse messe a disposizione da Bruxelles per ricostruire l'economia post Covid.
A confermare l'impegno di un numero crescente di Paesi impegnati per ridurre o eliminare le emissioni di carbonio e implementare soluzioni innovative in ogni settore, anni prima, nel dicembre 2015, i responsabili politici di 195 Paesi, firmarono a Parigi un accordo internazionale sul clima: il cosiddetto Accordo di Parigi. L'obiettivo era, e rimane, di limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C per far sì che entro il 2050 ci possano essere 42 milioni di posti di lavoro nelle energie rinnovabili (quattro volte tanti i livelli attuali).
Da quella firma, i governi nazionali e le aziende pubbliche e private di tutto il mondo hanno intrapreso un lento ma costante percorso di maggiore rispetto ambientale. Attualmente, la maggior parte dei professionisti operanti in questo campo si trova in Cina, dove nel 2019 si contava il 39% dei posti di lavoro nelle energie rinnovabili, pari a 4,1 milioni.
In Italia, invece, il rapporto Green Italy presentato ogni anno dalla Fondazione Symbola e da UnionCamere, dimostra come questo settore sia in continua crescita e che sia trasversale a molti settori. Nello specifico, nel rapporto presentato nel 2019, si sottolinea che sono 432mila le imprese italiane dell’industria e dei servizi con dipendenti che hanno investito su prodotti e tecnologie Green: il 31,2% dell’intera imprenditoria extra-agricola e il 35,8% del manifatturiero.
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Veniamo ora alle professioni Green che hanno come obiettivo principale la creazione di un futuro privo di combustibili fossili.
Professionisti che garantiscono il corretto funzionamento delle nuove e gigantesche turbine eoliche offshore, dal valore di centinaia di milioni di dollari l'una. Secondo l'International Renewable Energy Agency, oggi l'energia eolica impiega 1,2 milioni di persone in tutto il mondo, compresi proprio i tecnici per le turbine eoliche.
Esperti che assemblano, installano e mantengono i sistemi solari sui tetti o in altre postazioni. Si stima che entro il 2050 la forza lavoro in questo settore possa aumentare a livello globale del 63%, pari a quasi 19 milioni di posti di lavoro. Secondo l'International Energy Agency, il solare diventerà il fulcro delle energie rinnovabili fino al 2040, grazie anche ai suoi bassi costi.
Un campo in forte e rapida crescita visto che i trasporti sono responsabili di oltre il 15% delle emissioni globali. Per raggiungere l'obiettivo fissato a Parigi, però, secondo un'analisi delle politiche climatiche globali di Bazilian e Gielen, bisognerebbe passare da meno di 10 milioni di veicoli elettrici presenti oggi, a più di 1,5 miliardi entro il 2050. in pratica, se la metà di tutti i veicoli prodotti fossero elettrici entro il 2030 si creerebbero ben 10 milioni di nuovi posti di lavoro in tutto il mondo.
Specialisti dell'economia circolare, nello specifico, nell'eliminazione strategica dei rifiuti e dell'inquinamento, riutilizzando, riciclando e riparando invece di produrre e buttar via. Grazie a questo metodo, si potrebbero ridurre le emissioni di gas serra del 25% e si incoraggerebbe sempre più il riciclo della plastica, permettendo (secondo il rapporto del Pew Charitable Trusts e SystemIQ) di aggiungere fra 541mila e i 795mila posti di lavori nella produzione, raccolta, riciclaggio e consegna del prodotto. Si pensi soltanto alle emissioni annuali causate dalla produzione e all'incenerimento della plastica che, secondo il Center for International Environmental Law, potrebbero addirittura superare i 2,75 miliardi di tonnellate metriche di CO2 entro il 2050.
Professionisti nella prevenzione degli incendi che promuovono ecosistemi sani e si occupano di prevenire perdite di vite e di beni materiali, assicurandosi che l'aria sia prova di fuliggine. Purtroppo, negli ultimi 40 anni, gli incendi hanno devastato diversi Paesi come la California e l'Australia, facendo immagazzinare ad alberi e vegetazione il carbonio dall'atmosfera; quando bruciano infatti, rilasciano CO2, metano e protossido di azoto, provocando l'aumento dei gas a effetto serra nell'aria. Il numero di ispettori e specialisti della prevenzione degli incendi boschivi, solo negli Stati Uniti, aumenterà del 24% tra il 2019 e il 2029.
Specialisti che si prendono cura delle colture, scienziati esperti di microbiologia o agricoltura sostenibile, ingegneri meccanici e operatori che lavorano nelle fattorie verticali e che assicurano l'adeguato funzionamento dei macchinari. Le fattorie urbane possono infatti contribuire a ridurre le emissioni attraverso a coltivazione di prodotti in loco, aumentando anche la sicurezza alimentare nelle aree più bisognose. I tetti verdi possono così fornire l'isolamento e gestire il deflusso dell'acqua piovana, riducendo la temperatura ambientale e la CO2 e migliorando la vivibilità. Secondo Mordor Intelligence, il mercato globale dell'agricoltura verticale dovrebbe registrare un tasso di crescita annuale composto dell'8,9% tra il 2020 e il 2025.
I cosiddetti Green Retrofitter hanno il compito di migliorare gli edifici in tanti modi diversi, magari aggiungendo l'isolamento e migliorando la luce naturale, ma possono essere anche appaltatori esperti o professionisti indipendenti qualificati. Il rinnovo dei vecchi edifici sarà un fattore importantissimo, visto che circa du terzi degli edifici attualmente esistenti saranno ancora in piedi nel 2050. Queste costruzioni rilasciano ogni anno una vasta quantità di emissioni di CO2 a livello globale ed è proprio per questo motivo che, per raggiungere gli obiettivi dell'accordo di Parigi, secondo Architecture 2030, le emissioni climatiche degli edifici devono essere eliminate entro il 2040.
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