L'agricoltura può offrire agli italiani almeno 200mila posti di lavoro. Il Covid-19 ha addirittura accelerato la richiesta del lavoro nei campi, visti i 4mila occupati in più registrati nel 2020. Nonostante la crisi economica, la chiusura delle attività e tutte le difficoltà legate all'emergenza sanitaria, gli italiani sembrano rispondere in maniera positiva alla domanda di lavoro nelle campagne. Da non dimenticare anche il mancato arrivo di lavoratori stagionali dall'estero, che ogni anno attraversavano le frontiere per poi ritornare nel proprio Paese. In questo ultimo anno questo non è stato possibile per ovvie ragioni ma, anche per questo motivo, l'Italia vuole ripartire proprio dalla filiera agroalimentare, non senza un'adeguata formazione e professionalità necessaria.
E ora, in vista delle raccolte stagionali di frutta e verdura e con la situazione sanitaria ancora in bilico, il trend potrebbe confermarsi e crescere ulteriormente. Secondo Coldiretti, addirittura, mancano circa 200mila posti di lavoro, in particolare quelli dei lavoratori stranieri, causa blocco della mobilità per contenere i contagi da Coronavirus.
Un'opportunità da non sottovalutare per chi è alla ricerca di un lavoro stagionale, di un nuovo impiego o per chi ha un'idea innovativa nel settore agricolo. In ogni caso, occorre sicuramente una semplificazione che possa ridurre la burocrazia, garantire flessibilità e tempestività del lavoro stagionale in un momento in cui tanti lavoratori di altri settori sono in difficoltà.
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Le aziende agricole sono pronte a richiedere l'aiuto di centinaia di braccianti per la raccolta di frutta, si spera a partire da maggio. Per alcune coltivazioni, invece, come quella dei pomodori, la stagione è già cominciata.
Il settore agricolo e agroalimentare può offrire realmente ottime possibilità, sia per chi cerca un lavoro stagionale sia per chi vuole crescere in un mondo in continua evoluzione. Le richieste sono tante, dalla manodopera generica ai profili più qualificati come commerciali, tecnici e amministrativi. La scelta è senz'altro diversificata: da una parte l'attività agricola vera e propria (coltivazione e trasformazione dei prodotti in azienda) e dall'altra le attività esterne all'agricoltura in senso stretto ma, comunque, a essa collegate (attività didattiche, agriturismo e contoterzismo attivo). I profili professionali che si delineano da questa divisione si possono riassumere in coltivatori diretti e imprenditori agricoli.
Tuttavia, il grosso problema è la mancanza di ricambio generazionale che negli ultimi anni ha afflitto questo settore. Per fortuna, questo dato si sta pian piano modificando in una continua crescita di interesse da parte delle giovani generazioni, grazie anche allo sviluppo di attività accessorie più legate al terziario (come il turismo) e fattori che hanno permesso di registrare un progresso tecnico.
In passato, il lavoro nei campi era considerato qualcosa di poco innovativo. Tuttavia, oltre a risultare un'attività che richiede un cospicuo impegno e sacrificio, oggi, complice anche la crisi, si riscopre il vero valore della terra.
Questo è testimoniato dai tanti laureati che decidono di investire sull'attività agricola in qualità di produttori o di piccoli imprenditori in attività multifunzionali: dalla vendita diretta di prodotti tipici alla loro trasformazione aziendale (dall'uva in vino, dal latte in formaggio, dalle olive in olio e così via), fino alle fattorie didattiche e agli agriturismo. Un'altra testimonianza è data dall'incremento delle scelte formative nell'agroalimentare, nello specifico, dalle immatricolazioni negli istituti professionali agricoli, negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare e agroindustria.
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Vi sono diverse opzioni per chi fosse interessato a un percorso nel settore agricolo. La prima è relativa a una formazione specifica con corsi organizzati a livello regionale, che permettono di acquisire competenze e qualifiche come imprenditore agricolo, come coltivatore diretto e non solo. Per chi volesse diventare imprenditore agricolo e, quindi, avviare un'attività in proprio, occorrono tre passaggi fondamentali dal punto di vista burocratico:
apertura di una Partita Iva presso l’Agenzia delle Entrate;
iscrizione al Registro delle imprese, sezione speciale Agricoltura, presso la competente Camera di Commercio;
iscrizione e dichiarazione presso l’Inps.
Dal punto di vista fiscale, è possibile usufruire anche di agevolazioni per favorire l'insediamento dei giovani in agricoltura, soprattutto a livello regionale. Anche Coldiretti ha avviato un progetto dedicato all'imprenditoria giovanile, con informazioni sui fondi comunitari e sui principali strumenti finanziari suddivisi per Regione.
Inoltre, secondo la classificazione delle professioni stilata dall’Istat, che suddivide i settori lavorativi in livelli a seconda delle competenze e dei compiti associati alla professione, vi sono 5 categorie lavorative specifiche.
agricoltori e operai agricoli specializzati: produzione di cereali, verdure, tabacco, girasole, piante medicinali, fieno e altre produzioni alimentari o destinate alla trasformazione e alla produzione industriale;
agricoltori e operai agricoli specializzati in coltivazioni legnose agrarie, alberi da frutta e da legno, vite, olivo e altre produzioni legnose destinate all’alimentazione o alla trasformazione e alla produzione industriale.
agricoltori e operai agricoli specializzati in giardini e vivai, di coltivazioni in serre e in tutte le stagioni i fiori, piante destinate alle coltivazioni agricole, piante ornamentali e cura di aree verdi, aiuole in parchi e giardini; coltivano in serre e in orti stabili o protetti ortaggi e prodotti agricoli fuori stagione destinati al consumo alimentare.
agricoltori e operai agricoli specializzati di colture miste (legnose, vivaistiche, terricole, ortive).
Professioni dedite alla cura dell'alimentazione e della custodia di animali da allevamento per produrre carne o altri prodotti destinati al consumo alimentare o alla trasformazione e produzione industriale:
allevatori e operai specializzati degli allevamenti di bovini, equini, ovini, caprini, suini;
allevatori e operai specializzati degli allevamenti avicoli;
allevatore di bestiame misto;
allevatori e operai specializzati degli allevamenti di insetti e molluschi e di altri animali da carne e di animali da pelliccia.
Si occupano della cura di più tipologie colturali, semina, coltivazione, irrigazione, etc., raccolta di prodotti agricoli e allevamento di vari tipi di animali.
Professioni che rendono produttive risorse forestali abbattendo, sfoltendo e cimando alberi e arbusti per mantenere il bosco, produrre legna da ardere e legname per l’industria, eseguendo stoccaggi e prime lavorazioni; ripopolando di alberi, piante e animali selvatici gli ecosistemi boschivi; raccogliendo cortecce, sugheri e resine pregiate.Si parla quindi di tagliaboschi, abbattitori di alberi e disboscatori, sugherai e raccoglitori di resine, rimboschitori.
Si occupano di allevare specie ittiche, cacciarle e pescarle in alto mare, nelle zone costiere e nelle acque interne. In questa categoria sono comprese anche i cacciatori che catturano o abbattono selvaggina da carne e da pelliccia. Si parla quindi di acquacoltori, pescatori della pesca costiera e in acque interne, pescatori d’alto mare, cacciatori.
Il mondo del lavoro agricolo, come abbiamo visto, possiede caratteristiche specifiche e svariate sfaccettature, legate soprattutto alla stagionalità dei prodotti, al clima e alle competenze specifiche. Per questi motivi molti contratti di lavoro possono essere a tempo determinato, specialmente per gli operai agricoli stagionali (molto ricercati) che si occupano soprattutto della raccolta, ad esempio della vendemmia o la raccolta di frutta e verdura.
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