In un mondo sempre più caotico e denso di preoccupazioni, bisogna avere la capacità di far fronte a numerose difficoltà. Nella vita di tutti i giorni, così come nel mondo del lavoro, la resilienza può essere uno strumento efficace per essere più forti e agire da persone più consapevoli e abili nel gestire le varie situazioni. Una skill ormai molto richiesta dalle aziende e dai recruiters in generale. Vediamo insieme la sua definizione.
La resilienza è la capacità di persistere e far durare la propria motivazione nonostante gli ostacoli e le difficoltà; nel caso dei lavoratori e delle aziende, consiste nel difendersi da episodi e da eventi avversi che possono intaccare gli affari. Questa particolare abilità insita negli esseri umani, deve agire il più prontamente possibile nel rispondere in maniera positiva alle situazioni critiche improvvise; quindi, insieme anche a una giusta dose di intelligenza emotiva, si può risolvere il tutto in modo ottimale, salvaguardando la produttività e l'immagine aziendale. Un discorso sì professionale, ma che nasce comunque a livello personale, in base al carattere e alla personalità di ciascuno.
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Non è un caso, infatti, che l'espressione “resilienza” derivi dal settore della metallurgia: il termine esprime proprio la resistenza alla rottura di determinati materiali, alle forze impulsive che gli vengono applicate. Questo, proprio a indicare ciò che difficilmente si distrugge. Dal punto di vista etimologico, invece, il termine resilienza deriva dal latino, da salio, ovvero ri-salire, che anticamente indicava l'azione di risalire sulla barca capovolta dalle onde del mare. In termini “più moderni”, indica la voglia di raggiungere un obiettivo, di rimettersi sulla giusta via, spesso a seguito di una difficoltà.
Il punto è, che le complicazioni sul lavoro esistono e capitano a tutti, in continuazione. Il segreto è affrontarle nel modo giusto e con un approccio positivo, senza che venga alienata la propria identità. Ma quali possono essere le possibili complicazioni sul lavoro? Ad esempio, un'incomprensione con il datore di lavoro o con i colleghi, un progetto problematico da preparare e via dicendo. Secondo i mental coach, di qualunque problema di tratti, esso si può risolvere lavorando soprattutto su sé stessi con un atteggiamento positivo e un approccio razionale.
Secondo il punto di vista di Brenè Brown, ricercatrice e professoressa dell'Università di Houston, la peculiarità delle persone resilienti non è solo la forza di riprendersi, ma anche di rimbalzare in un nuovo equilibrio e in una nuova forza. Riescono quindi ad adattarsi ai cambiamenti, ma anche a trovare nuove opportunità in essi. Come? Attraverso una rete sociale di supporto, una dimensione spirituale e, cosa non banale, chiedendo aiuto. Il tutto mescolato a una buona dose di empatia e di riflessione sulla propria vita. Il lavoratore resiliente è capace di stabilire buoni rapporti con i propri colleghi, di separare i problemi personali da quelli professionali, e di raggiungere gli obiettivi prefissati. Non dimentichiamoci poi il problem solving, la gestione dello stress e dell'ansia. Insomma, un atteggiamento definibile come ottimista e propositivo, prevalentemente.
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Inoltre, i lavoratori resilienti sono maggiormente soddisfatti del lavoro svolto rispetto ai lavoratori non resilienti. Questo grazie anche all'hardiness, la resistenza, un tratto della personalità che include controllo, impegno e sfida. Questo elemento aumenta la capacità di controllare l'ambiente circostante e il succedersi degli eventi: questo significa che si apprende e si cresce anche grazie a esperienze negative, motore di cambiamento e, allo stesso tempo, opportunità di crescita, e non di minaccia alla propria sicurezza.
Si nasce o si impara nel tempo a essere resilienti? Si può dire che la genetica e i primi anni di vita siano fondamentali, ma ciò non toglie che essa si possa incrementare con l'esperienza e il saper fronteggiare gli eventi. Vediamo ora quali sono i tratti della personalità che aiutano l'essere resilienti:
Autostima: aiuta le persone a essere sicure delle proprie abilità, a focalizzarsi su ciò che sanno fare bene, imparando costantemente;
Motivazione: aiuta ad avere chiari i propri valori, e a cominciare le giornate in maniera positiva;
Supporto sociale: importante per mantenere salde le relazioni con la famiglia e gli amici, condividendo momenti sia positivi che negativi;
Cura di sé stessi: volersi bene è fondamentale, aiuta a dedicare il proprio tempo alla propria dimensione sociale, senza essere sopraffatti dal lavoro;
Adattabilità: chi possiede questa peculiarità, sceglie con cura i problemi da affrontare, senza disperdere le proprie energie.
E se questi importanti fattori dovessero mancare? Gli esperti consigliano di focalizzarsi sulle cause dell'insorgere di una situazione spiacevole, prendendo coscienza dei propri errori e assumendosi le proprie responsabilità. Inutile dare la colpa al capo o ai colleghi se qualcosa va storto, bisogna partire prima da un dialogo con sè stessi e assumersi eventuali colpe. Ciò non vuol dire interiorizzare tutto, bisogna imparare a comunicare, senza reprimere le proprie emozioni. La strada giusta è quindi riflettere su cosa sia meglio esprimere e come affrontare il problema, anche con il team di lavoro. Ecco alcuni consigli utili, sia per i dipendenti che per i datori di lavoro:
Riconoscere il valore e il contributo di ciascuno;
Supportare la crescita personale dei dipendenti;
Lavorare in un ambiente tranquillo e solidale;
Rispettare le gerarchie e le relazioni professionali;
Includere i dipendenti nelle decisioni importanti;
Dare importanza al benessere generale, mentale e fisico;
Assicurare risorse sufficienti per lavorare nel miglior modo possibile;
Mantenere il giusto equilibrio fra lavoro e tempo libero.
Il giusto bilanciamento e controllo di stress e insicurezza, così come delle emozioni in generale, aiuta sicuramente ad avere un atteggiamento più positivo verso le difficoltà. L'essere resilienti aiuta a essere flessibili verso le opinioni altrui, a non alterarsi qualora ce ne fosse motivo, ad adattarsi ai cambiamenti, anche negativi. In questo modo si eviterà di incappare in discussioni e fraintendimenti. La pazienza e la capacità di saper aspettare per risolvere i problemi sono fondamentali per controllare gli impulsi e avere un rendimento ottimale, sia nel lavoro autonomo che nel lavoro di squadra. Bisogna sempre ricordarsi che tutto questo crea un vantaggio strategico a nostro favore e per quello degli altri, aumentando le capacità di fare un buon lavoro ed essere pienamente felici, soddisfatti e potenziare il proprio benessere psicofisico.
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