Alzi la mano chi ha sognato almeno una volta nella vita di portare il proprio animale domestico in ufficio! Ebbene sì, questo sembra essere tra i desideri più comuni da parte degli impiegati di tutto il mondo. Alcune aziende nazionali e internazionali si sono già portate avanti su questa linea di pensiero, tante altre, la maggioranza assoluta come potrete immaginare, pensa sia qualcosa da non prendere in considerazione. Eppure questa tematica è sempre più attuale e richiama a sé sempre più persone intenzionate a cambiare le dinamiche del lavoro quotidiano.
In Italia, dal 2013 al 2018, secondo l’ultimo rapporto Assalco-Zoomark, sono stati presentati ben 58 decreti legge a riguardo. Ebbene, nessuno di essi è stato approvato. Nonostante l’azione lenta e vecchio stampo della legislazione, pian piano le cose sembrano prendere una piega positiva. È piuttosto recente, infatti, la notizia relativa alla rivoluzione che ha investito UniCredit. Nella sede di Milano in piazza Mae Aulenti, di fatto, è stata riservata una stanza per chi voglia trascorrere la giornata di lavoro insieme al proprio amico a quattro zampe, che ha sempre a disposizione ciotole con acqua e croccantini, nonché giochi, cucce e guinzagli. Il progetto chiamato difatti “Cani a lavoro”, per ora è partito con 14 postazioni a disposizione, ma potrebbero presto aumentare se dovesse avere il successo sperato. Requisito fondamentale: l’animale deve aver compiuto almeno 8 mesi (al di sotto sarebbe più complicato gestirlo). Per la taglia invece non ci sono limitazioni.
Emanuele Recchia delle Risorse Umane, a proposito del progetto Dog Room, spiega: “l’idea di fondo è che sia un regalo per i cani ma anche un modo per ridurre lo stress e migliorare l’umore. L’azienda mette a loro agio tutti , li fa sentire a casa".
Come potrete immaginare, la presenza degli amici a quattro zampe in un luogo di lavoro va migliorare la produttività, incrementa i rapporti sociali e potenzia l’empatia tra i colleghi. Il risultato complessivo è una dose di buon umore decisamente assicurata! Oltre alla taglia e all’età minima richiesta, il dipendente deve presentare il Patentino del buon conduttore cinofilo assicurando così il comportamento educato del proprio cane. Alcuni esempi sono tenere il cane lontano da mense, infermerie, bagni e uffici dove non hanno l’accesso autorizzato, tenerlo al guinzaglio e avere in regola vaccinazioni, iscrizione all’anagrafe canina, microchip, certificato di proprietà e assicurazione per eventuali danni a persone e cose. Una Burocrazia rigida ma necessaria per assicurare l’equilibrio generale di tutti.
Purina, leader mondiale nella cura e nel benessere di cani e gatti, ha condotto delle ricerche specifiche e ha evidenziato come, su un campione di 3.221 proprietari di cani provenienti da otto paesi europei (Italia compresa), il 68% di loro vorrebbe portare il proprio cane a lavoro, mentre il 40% ritiene che questa opportunità possa diminuire lo stress. In ogni caso, solo il 12% dell’intero campione risulta essere un’impresa pet-friendly. Gli ulteriori benefici scaturiti dalla vicinanza del proprio Fido (il 53% di essi lo ammettono) sarebbe la limitazione del senso di colpa dovuta all’essere obbligati a lasciarli a casa e trovare qualcuno disponibile a portargli da mangiare e a portarli fuori per i bisogni. Le conseguenze dell’effetto pet-friendly sono incredibilmente positive e, oltre all’incremento di produttività e al benessere generale, si riscontrano miglioramenti anche dal punto di vista dell’immagine aziendale, come afferma il 31% degli intervistati. E lo spirito di squadra di impenna a dismisura, dato che i dipendenti passano più tempo insieme mentre portano a spasso il cane o gli preparano la pappa, dato da non sottovalutare anche per quanto riguarda il benessere fisico visto le continue passeggiate e “distrazioni positive” lontano dai pc e dalla scrivania.
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E anche “l’importanza del lavoro di squadra: una risorsa preziosa nel lavoro quotidiano”
Purina è molto legata al tema pet-friendly: da anni, infatti, porta avanti il progetto Pets at Work all’interno degli uffici di Portogruaro e Assago. Oltre a Purina, anche alcune aziende internazionali si sono prodigate nell’iniziativa. Tra queste vi è Amazon nella sua sede di Seattle, dove circa 6mila cani condividono gli spazi aziendali con i propri padroni, non solo uffici dove si lavora, ma anche parchi costruiti appositamente per trascorrere del tempo all’aria aperta, utilizzati anche per eventi ad hoc.
Troviamo poi la Ferray Corporation di Tokyo, dove si trova un vero e proprio paradiso per gli amanti dei gatti; l’azienda ha infatti deciso di prendersi cura di alcuni gatti abbandonati che sono stati poi adottati dai dipendenti, i quali hanno deciso di portarli a lavoro ogni giorno.
L’azienda americana di marketing Nina Hale ha invece optato per una sorta di ricompensa per chi adottasse un animale domestico, donandogli una licenza da “neo-padroni” chiamata “fur-ternity leave”, una settimana di ferie per stare a casa e prendersi cura del nuovo arrivato.
In tutto ciò dobbiamo pensare anche alla salute e al benessere del nostro animale. Gli studi confermano la crescita produttiva e sociale del team e dell’azienda ma è doveroso capire se anche lui sia “della stessa nostra opinione”. Non dobbiamo pensare solo al nostro benessere ma anche al suo: alcuni cani potrebbero soffrire della mancanza della propria casa, potrebbero aver paura di stare in un ambiente completamente nuovo e sconosciuto a contatto con altre persone, sentirsi minacciato dai ritmi differenti di un ufficio, dagli odori diversi, andando pian piano a perdere il suo equilibrio. Quindi occhio a comprendere cosa sia meglio per entrambi senza mettere a rischio il rapporto di fiducia. Se siete interessati ad approfondire la questione degli animali in ufficio, Purina nel proprio sito, permette di unirsi alla Pets Work Alliance, aiutando e facilitando il processo pet-friendly dell’azienda e del dipendente.
Concludendo, possiamo affermare che la felicità complessiva dell’azienda è decisamente impagabile. L’idea di portare gli animali in ufficio è semplicemente geniale, un progetto che speriamo prenda piede il più velocemente possibile, soprattutto in Italia. D’altronde, perché privarsi di un ambiente di lavoro più allegro, sereno e produttivo?
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