La ricerca del lavoro si sa, è un processo delicato da prendere con la massima serietà: questo vale sia per i candidati che per i selezionatori del personale. Ora, immaginate di essere chiamati per un colloquio di lavoro (evviva!); appena arrivati però, vi fanno una richiesta alquanto bizzarra quanto innovativa: giocare ai videogiochi. Penserete sicuramente si tratti di uno scherzo, di uno sbaglio, ma non è così. La gamification è infatti la nuova frontiera nei processi di selezione e reclutamento del personale. Una tecnica delle risorse umane adottata nelle principali aziende statunitensi come Marriot, Siemens, Google e L'Oreal, per valutare il reale potenziale dei candidati oltre il classico curriculum vitae: una vera e propria selezione basata sul gioco, che ha l'obiettivo di creare un ambiente più rilassato dove i candidati sono liberi di esprimersi senza l'ansia o lo stress di un recruitment tradizionale. Inoltre, si tratta di un metodo che rafforza la brand reputation aziendale, trasmettendo un senso di innovazione e voglia di adattarsi ai cambiamenti imposti dalla società e dai processi digitali.
Negli ultimi anni, dagli studi di Gallup e colleghi, sono effettivamente emersi due importanti trend. Il primo riguarda l'aumento del disengagement lavorativo per il quale il 47% dei millennials si sente poco soddisfatto e disimpegnato sul posto di lavoro; il secondo si basa sull’esponenziale diffusione dei social, dei dispositivi tecnologici e dei videogiochi online. Le aziende hanno quindi il dovere di rinnovarsi, partendo innanzitutto dai propri collaboratori e dal settore delle Risorse Umane. Come attrarre nuovi talenti sempre più connessi a livello web e social e farli entrare nel mondo del lavoro? Ecco quindi che si fa sempre più pressante il bisogno di rendere anche il processo di recruiting più veloce e meno formale.
Vediamo insieme cosa è la recruiting gamification e quali vantaggi è in grado di portare a selezionatori e candidati.
Leggi anche: “5 consigli utili per trovare lavoro nel post covid-19”
Una ricerca condotta dall'Università di Bradley ha evidenziato come nella classica selezione del personale ci siano problematiche frequenti, soprattutto durante il colloquio: i candidati, infatti, tendono a prepararsi delle risposte “preconfezionate” alle domande più gettonate dei reclutatori che, dal canto loro, non riescono a valutare in modo obiettivo. Ed è qua che entra in gioco la gamification con quiz, sfide e minigiochi, riuscendo a far interagire il candidato con l'azienda, simulando virtualmente l'ambiente di lavoro. Questo consente ai selezionatori criteri di giudizio più oggettivi e misurabili.
Il termine “gamification” è traducibile come “ludicizzazione” o “gioco della selezione” attraverso “l'uso di meccanismi di gioco ed elementi di game design in contesti estranei al gioco stesso”. Non si parla di videogiochi ma di tecniche specifiche per aumentare e migliorare il coinvolgimento delle persone usando le dinamiche del gioco, specialmente nelle fasi preliminari del processo.
La prima attuazione risale al 2011: la Marriot International, famosa catena alberghiera statunitense, ha utilizzato il social game per tentare di coprire 50mila posizioni vacanti in un anno. È stato quindi ideato “My Marriot Hotel”, un gioco (simile al celebre browser game Farmville) al quale poter accedere su Facebook, in cui i giocatori gestiscono un ristorante virtuale, occupandosi di tutti gli aspetti che si troverebbero ad affrontare nella realtà. I partecipanti guadagnano e perdono punti in base alla soddisfazione dei clienti e vengono premiati in caso di azioni che portano a un profitto.
Un'altra realtà che ha sperimentato la gamification nella selezione del personale è MSC crociere, che ha sviluppato un proprio gioco online personalizzato, “Inner Island”, in cui il candidato si collega tramite canali social. Vengono proposti quiz a risposta multipla con i quali si comprendono le esperienze e le competenze del candidato, successivamente dei brevi giochi logico-matematici per testare il problem solving e, in ultimo, un test in cui si chiede al candidato di proporre un miglioramento per il settore scelto.
Consulta anche: “Pronti ad affrontare un colloquio di gruppo? Ecco alcuni consigli utili per superarlo al meglio”
La gamification comporta dei vantaggi per tutti i partecipanti al processo: i recruiters, i candidati e l'azienda. Ecco quali sono i principali benefici:
aumenta l'engagement e l'employer branding: aiuta l'azienda a mostrarsi alle nuove generazioni con un approccio innovativo, permettendo ai candidati di presentarsi con i loro aspetti unici;
riduce i costi operativi: è necessario un investimento iniziale per la creazione di software specifici ma c'è anche un grosso risparmio di tempo nell'analisi dei candidati;
aumenta la fidelizzazione: i candidati, grazie a una sorta di anteprima del futuro lavorativo, sono più motivati nel proseguire la selezione, riducendo i tassi di abbandono una volta assunti;
velocizza le fasi del processo: questo grazie ad analisi specifiche basate sul pensiero creativo, la risoluzione dei problemi e il pensiero laterale attraverso varie simulazioni degli ambienti di lavoro;
riduce ansia e stress: la gamification consente, rispetto al classico colloquio, di creare una situazione più informale, abbassando il livello di ansia e nervosismo;
personalizza il processo di candidatura: si tratta di un approccio interessante ma anche divertente che consente all'impresa di trasmettere un'immagine innovativa e creativa;
valorizza l'esperienza del candidato: al contrario delle selezioni interminabili, impersonali e con annesse attese che possono durare mesi, la metodologia interattiva della gamification coinvolge i candidati rendendoli gli indiscussi protagonisti, incentivandoli a raggiungere i propri obiettivi attraverso contenuti semplici, intuitivi e divertenti;
Permette la valutazione di un numero infinito di candidati: le piattaforme utilizzate possono esaminare numeri elevati di candidati in periodi di tempo ristretti, presentando dati affidabili e utili per poter dedicare ore e risorse alle persone più competenti;
Fornisce informazioni reali: il candidato ha la possibilità di dimostrare personalmente le proprie abilità in una situazione simulata e far sì che i selezionatori acquisiscano informazioni preziose e, soprattutto, veritiere.
La recruiting gamification aiuta le aziende a continuare il proprio processo di innovazione e rinnovamento degli schemi mentali preesistenti. Il gioco è anche un valido strumento per la formazione e l'aggiornamento dei dipendenti che possono confrontarsi con situazioni virtuali prima dell'interazione vera e propria con i clienti. Un processo di selezione più consapevole per il mondo del lavoro odierno che non può ignorare la trasformazione digitale e culturale degli ultimi anni.
Per approfondire: “Colloquio di lavoro terminato: e nell'attesa del responso che si fa?”