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Vuoi lavorare all’estero? Ecco come deve essere il tuo curriculum

VENERDÌ 11 APRILE 2025 | Lascia un commento
Foto Vuoi lavorare all’estero? Ecco come deve essere il tuo curriculum
Scritto da Stefania Pili
Candidarsi per un lavoro all’estero significa conoscere le regole di ogni Paese, i suoi standard e le sue aspettative. E il primo scoglio da superare è sempre lo stesso: il curriculum vitae. Se ti stai chiedendo se basta tradurre il tuo CV in inglese e inviarlo a qualche azienda internazionale, la risposta è no. Per emergere davvero nel mercato globale, serve qualcosa di più: un curriculum scritto su misura, pensato per il contesto internazionale, chiaro, diretto, autentico.

 

Vuoi lavorare all’estero? Ecco come deve essere il tuo curriculum. Vediamo insieme come si scrive un curriculum efficace per l’estero, come adattarlo a diverse culture professionali e come evitare gli errori più comuni.

 

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Non è solo questione di lingua: cambia il formato, cambia lo stile

La prima cosa da sapere è che il CV che usiamo in Italia non va sempre bene fuori dai confini nazionali. In molti Paesi, i selezionatori si aspettano formati più brevi, focalizzati sulle esperienze pratiche e sui risultati ottenuti, piuttosto che su descrizioni generiche di ruoli e mansioni.

Negli Stati Uniti e in Canada, per esempio, è molto diffuso il résumé, che non dovrebbe superare una pagina, due solo se hai una lunga esperienza professionale. Nel Regno Unito si usa ancora il termine “CV”, ma la struttura è comunque molto più snella rispetto a quella italiana. In Germania, invece, si tende a includere anche una foto professionale, la data di nascita e, talvolta, la firma in fondo.

Questo significa conoscere le abitudini locali ti aiuterà a non finire subito nel mucchio scartato.

 

Cosa vogliono sapere davvero i recruiter internazionali?

All’estero, più che “cosa hai fatto”, interessa cosa sai fare e che risultati hai portato. È un approccio pratico, orientato al valore. Se hai lavorato in un’azienda, non limitarti a scrivere il ruolo ricoperto: racconta cosa hai ottenuto, quali obiettivi hai raggiunto, che impatto concreto hai avuto.

Ad esempio, invece di dire “Addetto vendite in negozio”, meglio spiegare che “Ho gestito un portafoglio clienti e aumentato il fatturato del 15% in sei mesi grazie a iniziative promozionali mirate”. Questo tipo di informazioni ti fa risaltare e rende chiara la tua capacità di portare risultati.

Anche le soft skills contano moltissimo. Comunicazione, problem solving, capacità di lavorare in team: non basta elencarle, devi dimostrarle attraverso esempi concreti e collegati alle tue esperienze.

 

Attenzione ai dettagli: ogni Paese ha le sue regole

Una delle insidie più comuni è pensare che un curriculum vada bene per tutti. Non è così. In alcuni Paesi (come Stati Uniti, Canada o Regno Unito), inserire la foto, la data di nascita o lo stato civile è sconsigliato, se non addirittura vietato da norme antidiscriminatorie. In altri, come la Germania o la Francia, invece, è ancora pratica comune.

E anche la lingua fa la sua parte. Se ti candidi in un’azienda tedesca, magari internazionale, scrivere il CV in inglese può andare bene. Ma in altri contesti, meglio avere una versione nella lingua del posto. E soprattutto: niente traduzioni letterali fatte con Google Translate. Un CV in inglese pieno di errori può compromettere tutto il resto.

 

Un tocco personale fa la differenza

Un errore comune? Inviare lo stesso curriculum a tutte le aziende. All’estero, più che mai, la personalizzazione è fondamentale. Prenditi il tempo di capire a chi stai scrivendo, qual è la cultura dell’azienda, cosa cerca davvero. E poi adatta il tuo CV di conseguenza.

Una breve introduzione iniziale, 3 o 4 righe, può aiutare a raccontare chi sei, cosa cerchi e perché sei il profilo giusto per quella posizione. È un piccolo spazio, ma se ben scritto, può catturare l’attenzione di chi legge.

Non dimenticare la cover letter

Anche se in Italia è spesso sottovalutata, la lettera di presentazione (o cover letter) è ancora molto utilizzata nel mercato internazionale. È l’occasione per approfondire alcune parti del tuo percorso, per raccontare il tuo interesse per l’azienda e per trasmettere la tua motivazione.

Scrivila bene, senza frasi copia-incolla, e fallo con sincerità: è uno dei modi migliori per distinguerti dagli altri candidati.

 

E il formato?

Niente formati strani, niente Word con layout complicati. Un PDF pulito, ben organizzato, con titoli chiari e spaziature equilibrate, è tutto quello che ti serve. Ricordati anche di rinominare correttamente il file con il tuo nome e il tipo di documento: CV_Luca_Bianchi_London.pdf è molto meglio di “curriculum_finalissimo_buono_def.pdf”.

 

Il tuo CV è la tua prima occasione per dire chi sei

Prenditi il tempo necessario, studia le aspettative del Paese in cui vuoi lavorare, e sii sempre onesto, diretto e focalizzato su ciò che puoi davvero offrire. Se fatto bene, il tuo CV non sarà solo un pezzo di carta, ma il primo passo verso la tua nuova vita professionale, magari dall’altra parte del mondo.

Se vuoi altri consigli per trovare lavoro all’estero o vuoi imparare a ottimizzare il tuo CV per ogni contesto, segui il blog di AppLavoro. Ogni settimana nuovi articoli, guide e suggerimenti utili per chi sta cercando un’opportunità concreta e vuole farsi notare davvero.

 

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