Almalaurea 2022: quali sono le Università che aiutano a trovare lavoro più facilmente? Innanzitutto emerge un quadro soddisfacente riguardo alla formazione e all'aiuto che essa può offrire nell'inserimento nel mondo del lavoro. Non solo, laurearsi favorirebbe anche un guadagno migliore. Scopriamo, nel dettaglio, quali sono le facoltà di laurea che aiutano a trovare lavoro più facilmente e i dati degli ultimi anni.
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In base all'ultimo studio di AlmaLaurea sul rapporto e la condizione occupazionale dei laureati italiani (1 milione di giovani dottori e dottoresse italiani intervistati a 1, 3 e 5 anni dalla fine degli studi), nel 2021 il tasso di occupazione dei laureati per chi ha un'età compresa tra i 20 e i 64 anni, è pari al 79,2% rispetto a chi possiede solo un diploma (65,2%). Inoltre, a un anno dal conseguimento della laurea di primo livello (triennale), il 74,5% risulta essere occupato, e il 74,6% se si ottiene la laurea di secondo livello (specialistica o magistrale). Allo stesso tempo, sono aumentati anche i contratti a tempo determinato (+2,6% per i laureati di primo livello, più 4,9% per quelli di secondo livello a un anno dal titolo, stabile a 5 anni).
Per quanto riguarda invece i contratti non standard, a un anno dal conseguimento del titolo, poco più di 1 laureato su 4 risulta assunto in via definitiva; la maggior parte dei dottori e delle dottoresse è più possibile che sia diventato un dipendente a tempo determinato (40%.) A tre anni, i lavoratori precari sono quasi dimezzati (20-25%). A cinque anni scendono ulteriormente, ma non di molto.
Dopo la pandemia del 2020, il tasso di occupazione dei laureati italiani è addirittura aumentato, anche se resta un significativo divario fra uomini e donne, tra Nord e Sud e fra laureati provenienti da corsi di laurea differenti. Ad esempio, gli ingegneri e gli informatici trovano quasi subito un impiego, mentre i laureati in Psicologia e Giurisprudenza (troppi secondo i dati), si ritrovano più in difficoltà.Va sottolineato, tuttavia, che l'Italia è uno dei Paesi peggiori per numero di giovani laureati: per la prima volta negli ultimi 7 anni, infatti, le immatricolazioni sono in calo (-3% su base nazionale, -5% al Sud).
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Il futuro professionale dipende molto dal corso di laurea scelto. Secondo lo studio, sono i laureati in informatica, gli ingegneri, i medici e i farmacisti a essere in pole position nell'assestamento lavorativo. Buoni risultati anche da parte degli architetti e dei laureati in Economia, tutti sopra il 90% di occupati a 5 anni dal titolo, mentre negli studi letterari e in Giurisprudenza, si rimane sopra l’80%. Il quadro peggiore si nota nei laureati in psicologia con l'85%.
Da considerare anche il fatto che, a un anno dalla laurea, i figli dei laureati hanno una minor probabilità (-7,2 per cento) di essere impiegati rispetto al primo in famiglia ad averla conseguita; Almalaurea spiega che la ragione è data prevalentemente dal loro background culturale e sociale, permettendosi di non accettare la prima offerta che arriva, ma di aspettare quella più giusta per loro.
Per quanto riguarda gli stipendi, dopo la crisi del 2008, ora sono tornati a registrare un trend positivo: 1.340 euro a un anno dal conseguimento del titolo per un laureato di primo livello, 1.407 per uno di secondo livello.
Ma chi sono i laureati italiani che trovano lavoro più facilmente a 5 anni dalla laurea?
Medici e farmacisti: 1.898 euro netti al mese;
ingegneri industriali e informatici: 1.851 euro;
laureati in Economia: 1.706 euro;
laureati in Architettura e Ingegneria civile: 1.680 euro;
laureati nelle discipline scientifiche: 1.625 euro;
laureati in Giurisprudenza: 1.619 euro.
educatori, operatori sociali, maestre d’asilo e delle elementari: fra i 1.300 e i 1.400 euro netti al mese;
psicologi: 1.331 euro;
laureati in materie umanistiche: 1.399 euro.
Quasi 1 laureato su 3 è figlio di laureati. Chi diventa libero professionista, sceglie di seguire le orme paterne o materne: il 38,3% dei laureati del gruppo giuridico è figlio di avvocati notai o magistrati e il 37,5% dei laureati in medicina e in farmacia è figlio di medici o farmacisti. I laureati del gruppo medico-farmaceutico provengono al 60% dal liceo scientifico; quelli in Giurisprudenza al 40% dal classico.
Il 60% dei laureati italiani è rappresentato da donne, anche se, a un anno dal titolo, gli uomini hanno il 12,8% di probabilità in più di essere occupati. La causa potrebbe derivare dal corso di studi scelto dalle ragazze, che prediligono maggiormente scienze della formazione, lettere, lingue, psicologia, arte e design, meno ingegneria e informatica dove restano minoranza (rispettivamente 26,6% e 13,7%). Le donne sono però maggioranza nel gruppo medico-sanitario: 75,6%.
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