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Smart Working per lavoratori disabili. Procedure più semplici dopo la sentenza della Cassazione

MARTEDÌ 18 MARZO 2025 | Lascia un commento
Foto Smart Working per lavoratori disabili. Procedure più semplici dopo la sentenza della Cassazione
Scritto da Marco Fior

Una recente sentenza della Cassazione, ha semplificato le procedure per l’accesso allo smart working per i lavoratori e le lavoratrici che presentano delle disabilità regolarmente certificate. Una novità molto importante che di fatto pone lo stop all’accordo individuale con il datore di lavoro e apre nuove opportunità anche per chi è in cerca di occupazione.

 

 

Come funziona lo smart working

La Cassazione, in una sentenza di gennaio 2025, ha stabilito che i lavoratori e la lavoratrici disabili del settore privato, hanno diritto allo smart working anche se non c’è accordo individuale con il proprio datore di lavoro.

Questa sentenza rappresenta una novità estremamente importante e favorisce un ambiente di lavoro equo e attento a tutti i dipendenti in materia di diritti delle persone con disabilità.

Prima di entrare nello specifico della sentenza, facciamo un passo indietro e spieghiamo meglio cos’è e come funziona lo smart working. Parliamo di una modalità di lavoro che consente di svolgere il proprio ruolo senza dover essere presente in ufficio, sfruttando quindi la tecnologia (connessione internet, pc ecc..).

Ricordiamo che esiste una differenza sostanziale tra telelavoro e smart working. Il primo, infatti, richiede uno specifico accordo tra datore di lavoro e dipendente, mentre il secondo garantisce una maggiore flessibilità oltre alla possibilità di organizzare il proprio lavoro in maniera autonoma.

Il concetto di smart working è regolamentato da una Legge introdotta nel 2017 che ha reso il lavoro agile una possibilità per tutti i lavoratori e non prevede vincoli legati alla presenza fisica. Nel 2022, un decreto legislativo ha introdotto la priorità nell’accesso al lavoro agile per i lavoratori con disabilità grave, stabilendo che il datore di lavoro debba valutare la possibilità di concedere tale modalità di lavoro.

Detto questo, però, fino a gennaio 2025 la possibilità di accedere allo smart working per i dipendenti con disabilità, necessitava di un accordo individuale tra le parti, con l’obbligo di comunicare, in modalità telematica, i dettagli al Ministero del Lavoro. Ma la sentenza della Cassazione, numero 605/2025, stravolge tale obbligo semplificando sensibilmente la fruizione per i dipendenti disabili.

Cosa dice la sentenza della Cassazione

In sintesi, la sentenza della Cassazione determina che i dipendenti disabili hanno il diritto di lavorare in smart working anche in assenza di un accordo formale tra le parti, a patto ovviamente che le mansioni siano compatibili con il lavoro da remoto, oltre al fatto che i costi per l’azienda non devono essere sproporzionati.

Ad ogni modo, la Corte non prevede che il lavoratore disabile possa scegliere autonomamente di lavorare da casa. Deve comunque rispettare determinati requisiti affinché tale modalità venga rispettata. Per prima cosa, le mansioni del dipendente devono essere pienamente compatibili con la modalità di lavoro da remoto e l’azienda, come detto, non deve trovarsi costretta ad affrontare costi troppo elevati o comunque sproporzionati.

La sentenza, dunque, semplifica notevolmente la procedura, ma nonostante ciò le aziende potrebbero dover presentare ancora delle comunicazioni formali che sono relative alla concessione del lavoro agile. In questo senso si attendono indicazioni da parte del Ministero del Lavoro.

Con tale novità, si aprono nuovi scenari anche per le persone disabili che sono alla ricerca di una nuova occupazione e che, in passato, avevano difficoltà a trovare un’azienda che permettesse di usufruire dello smart working. Da adesso, fortunatamente, le persone con disabilità e che hanno le competenze necessarie, non devono più negoziare un accordo formale per lavorare da remoto.

Inoltre, le aziende dovranno adattarsi alla nuova interpretazione della Cassazione, permettendo così ai dipendenti disabili di poter accedere al lavoro agile, sempre che non ci siano motivazioni valide per negare tale possibilità.

Conclusione

In definitiva, la sentenza della Cassazione apre nuovi importanti scenari per i dipendenti disabili che ora possono accedere più facilmente allo smart working. Le opportunità si estendono ovviamente anche ai disabili che sono attualmente in cerca di occupazione.

È innegabile, infatti, che fino a pochi anni fa le persone con disabilità erano spesso escluse da numerose tipologie di impiego e di conseguenza faticavano a trovare un nuovo lavoro.

Non dimentichiamo, infine, che la domanda di professionisti in grado di lavorare da remoto è in continua crescita e dunque ci sono numerose opportunità.



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