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I lavori più ricercati nel 2020: i profili da tenere d’occhio

VENERDÌ 25 OTTOBRE 2019 | Lascia un commento
Foto I lavori più ricercati nel 2020: i profili da tenere d’occhio
Scritto da Stefania Pili

Il 2019 sta per concludersi e il mercato del lavoro si prepara all’arrivo del  2020, aprendo le porte a nuove professioni e opportunità lavorative. Le numerose trasformazioni in atto riguardanti la digitalizzazione e l’ecosostenibilità stanno cambiando già da tempo l’approccio al lavoro e al modo in cui acquisire determinate competenze. Il concetto stesso di lavoro sarà modificato grazie anche all’ingresso dell’automazione e della robotica, producendo quindi dei vantaggi in termini di velocità e autonomia, ma che andrebbero per forza di cose a influenzare il ruolo dell’essere umano nell’intero processo. 

 

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In che modo, quindi, il mondo del lavoro cambierà nell’immediato futuro? Sicuramente attraverso un’evoluzione tecnologica associata a un’ampia domanda di posti di lavoro in ambiti specifici. I settori coinvolti saranno quelli dell’ingegneria, della medicina e della comunicazione, sfere nelle quali l’aspetto scientifico e quello umanistico si incontreranno producendo un inevitabile aggiornamento professionale.

Secondo i dati forniti da uno studio del World Economic Forum, il 65% dei bambini che oggi frequenta la scuola, quando saranno diplomati o laureati, svolgeranno lavori che oggi ancora non esistono; allo stesso tempo, si prevede anche una perdita di 7.1 milioni di posti di lavoro, specialmente nei settori amministrativi, manifatturieri e di produzione. Vi sarà però un incremento fino a 2 milioni di posti di lavoro riguardanti i settori della tecnologia, del business e  della finanza, del management, della matematica e dell’ingegneria. In ogni caso, resterà un vuoto di circa 5 milioni di occupati. 

Restando nel futuro più prossimo, secondo una classifica stilata dall’Università Niccolò Cusano, questi saranno i sette lavori più ricercati nel 2020

 

  • Data Scientist: si occupa di reperimento, gestione e analisi dei dati, elaborando report  di grande importanza per l’azienda. Un lavoro che coniuga big data, approccio scientifico e business intelligence, per il quale solitamente si richiede una laurea in ingegneria gestionale e un master in data science;

 

  • Digital HR: l’evoluzione della tradizionale gestione e coordinamento delle risorse umane, settore interessato anch’esso a un’evidente trasformazione tecnologica. Questa consentirà una migliore amministrazione delle attività di reclutamento, del welfare aziendale e delle retribuzioni, modificando l’approccio e la mentalità dei suoi responsabili. Si richiede una laurea in psicologia o giurisprudenza e un master in human resource management;

 

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  • Legal Tech: professionisti come avvocati e consulenti che lavorano in contesti digitalizzati applicati al settore legale. Forniscono servizi inerenti la gestione degli studi legali, la tutela della privacy, disbrigo pratiche, archiviazione in cloud per avvocati e via dicendo, tutto attraverso moderni software gestionali. Si richiede una laurea in giurisprudenza o ingegneria gestionale e un master in data protection;

 

  • Energy Manager: esperto di energia aziendale che monitora e analizza i consumi aziendali, individuando e promuovendo precise azioni di efficienza e gestione energetica attraverso il risparmio e le attività di sensibilizzazione. Una figura che può essere sia interna che esterna all’azienda e che può occuparsi anche di coordinamento del personale interno cooperando per acquisti, appalti e comunicazione. Richiesta laurea in scienze economiche con master in gestione delle reti energetiche e in economia e management delle risorse naturali;

 

  • Operation Manager: responsabile di tutti i processi aziendali riguardanti la realizzazione e la consegna di un prodotto/servizio al cliente. Si tratta quindi di tutte le operazioni legate all’acquisto, approvvigionamento, produzione, logistica e assistenza clienti in post-vendita, andando a migliorare i processi interni dell’azienda (banche, e-commerce, alberghi e e via dicendo), rendendoli più efficaci ed efficienti. Richiesta laurea in economia aziendale e management o ingegneria gestionale più un master in management; 

  • Software e App Developer: sviluppatore di software e app, creatore quindi di programmi informatici. Analizzare e valuta le esigenze dei committenti in base a particolare esigenze: si tratta ad esempio di programmare software per e-commerce, sistemi gestionali, analisi dei dati e automazione industriale. Per le applicazioni mobili troviamo invece filmware, antivirus, videogiochi e altri. È richiesta una laurea in ingegneria e specializzazioni in sviluppo software e app;

 

  • Digital Marketing Specialist: l’esperto delle attività di marketing nei canali web. Sviluppa le attività commerciali analizzando i trend di mercato e costruendo strategie e offerte per raggiungere più utenti e clienti possibili. Progetta e gestisce attività di video, content e social media marketing con tecniche SEO, SEM, mobile e email-marketing, definendo e analizzando i dati con l’obiettivo di migliorare e raggiungere una strategia efficace e integrata. Richiesta laurea in comunicazione, economia e management e un master in digital marketing.

 

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La situazione in Italia: il 30% dei cittadini non possiede competenze digitali e nelle scuole vi è un solo computer ogni 8 alunni. Per la ricerca e lo sviluppo si investe solamente l’1,3% del Pil mentre la media europea è del 2%. Inoltre, solo l’8% della popolazione dai 25 ai 64 anni è coinvolto in programmi di formazione (la media europea è del 10,8%).

Per quanto riguarda invece la formazione scolastica e la ricerca, è previsto un finanziamento fino a 30milioni di euro per gli istituti tecnici superiori (Its), per gli strumenti tecnologici relativi all’Industria 4.0 e un Fondo, fino a 250 milioni annui a partire dal 2019, per finanziare progetti per lo sviluppo del capitale immateriale. Ancora troppo poco per investire in modo adeguato nella trasformazione tecnologica e nell’avanzamento delle competenze dei nostri giovani. Al di là della tecnologia, bisognerebbe riflettere sullo stato prettamente mentale e ideologico degli insegnamenti presenti nelle scuole italiane, decisamente troppo antichi e inadeguati rispetto al cambiamento che avanza inesorabile nella società. 

 

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