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Smart working: firmato l'accordo 'sostenibile' Cifa-Confsal per regolamentare il lavoro agile

VENERDÌ 05 MARZO 2021 | Lascia un commento
Foto Smart working: firmato l'accordo 'sostenibile' Cifa-Confsal per regolamentare il lavoro agile
Scritto da Stefania Pili

È stato recentemente approvato da Cifa e Confsal l'accordo interconfederale nazionale per la regolamentazione del lavoro agile. Ciò significa che le aziende, per la prima volta, avranno un importante punto di riferimento nei contratti nazionali di Cifa (Confederazione Italiana Federazioni Autonome) e Confsal (Confederazione generale dei sindacati autonomi dei lavoratori) per introdurre e gestire lo smart working per i propri dipendenti oltre lo stato di emergenza.

Da quasi un anno le aziende sono alle prese con una quasi totale riorganizzazione delle modalità di lavoro e di interconnessione a causa della pandemia da Covid-19. In base a uno studio realizzato da dicembre alla prima metà di gennaio, su un campione rappresentativo di oltre 30 imprese che hanno affrontato la gestione del lavoro agile, è emerso che la maggior parte di esse (60%) con un fatturato di oltre 10 milioni e con più di 50 dipendenti, nel post-pandemia continuerà a utilizzare questo strumento in percentuali non superiori al 20% della forza lavoro.

Un dato importante che rende l'accordo appena siglato un traguardo fondamentale, alla luce, soprattutto, della disciplina ordinaria e delle deroghe contenute nelle disposizioni emergenziali emanate per il contenimento del contagio da COVID-19. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta.

 

Leggi anche: “8 strumenti utili per chi lavora in smart working o da remoto

Il contratto per il lavoro agile

Non tutte le aziende sono a conoscenza del contratto più consono per lavorare in smart working. Il 50% dei titolari d'impresa afferma di non disporre di informazioni chiare sulle modalità attraverso cui regolarizzarlo; il 77% delle aziende ha fornito ai propri dipendenti gli strumenti idonei per svolgere il lavoro da casa; quasi un quarto delle aziende ha verificato gli spazi di lavoro, la connessione di rete e ha avviato attività di formazione tecnica e comportamentale. La maggioranza (il 56,7%) considera il lavoro da casa più uno svantaggio che un vantaggio; i titolari di azienda ritengono, infatti, che la flessibilità lavorativa abbia determinato maggiori carichi di lavoro.

Questo rivoluzionario contratto va a disciplinare gli aspetti rimasti privi di regolamentazione dalla legge n. 81 del 2017 sul lavoro agile, tracciando una contrattazione concreta e innovativa. In questo modo, si creano i presupposti affinché la prestazione lavorativa diventi sinonimo di flessibilità, benessere, autonomia, motivazione e produttività. Di conseguenza, grazie alle numerose richieste sindacali, sono state individuate le linee guida per comprendere meglio questo tipo di organizzazione del lavoro.

Per la prima volta, quindi, le aziende troveranno nei Ccnl di Cifa e Confsal il riferimento per introdurre e gestire lo smart working, oltre lo stato emergenziale. I punti principali sono:

  • la gestione flessibile della prestazione sia per i tempi che i luoghi dove viene eseguita;

  • la volontarietà delle parti;

  • l’utilizzo di strumenti tecnologici;

  • le forme di organizzazione del lavoro per fasi, cicli e obiettivi, la crescita della produttività e il raggiungimento dei risultati aziendali;

  • la formazione, la sicurezza sul lavoro e i diritti sindacali.

Possono aderire a questa modalità “agile” tutti i lavoratori dipendenti che svolgono ruoli e mansioni a essa compatibili, che abbiano presentato la richiesta di adesione volontaria e sottoscritto l’accordo individuale di lavoro agile. L'accordo si rivolge, inoltre, a tutte le imprese che applicano i Ccnl sottoscritti da Cifa e Confsal in diversi settori: commercio, terziario, distribuzione, servizi, artigianato, turismo, pubblici esercizi, Pmi metalmeccaniche, Agricoltura e Onlus.

Le Parti, inoltre, dedicano una sezione al diritto alla disconnessione e al dovere da parte del datore di lavoro di fornire gli strumenti necessari, di riconoscere al lavoratore un’indennità una tantum per i costi di connessione e l'acquisto di dispositivi o, ancora, un’indennità periodica forfettaria se il lavoratore ricorre a strumentazione propria.

 

Per approfondire: “Quando il lavoro diventa un'ossessione: in arrivo una Legge per il diritto alla disconnessione

L’accordo prevede che le iniziative di lavoro agile siano precedute e supportate da attività formative, attraverso il fondo interprofessionale Fonarcom, e che siano riconosciute attraverso l’individuazione di obiettivi chiari, misurabili e valorizzate con premi di risultato. Spetta all’ente bilaterale Epar monitorare i risultati su base nazionale, e favorire la diffusione delle modalità di lavoro migliori, per creare una base scientifica a supporto delle politiche in materia di lavoro agile.

Per ora, non è stata ancora prevista una percentuale massima di utilizzo del lavoro agile: questo perché si vuole consentire alle singole imprese di trovare il giusto equilibrio tra lavoro in sede e lavoro svolto all'esterno, in base alle singole peculiarità organizzative e geografiche. Un'altra motivazione è la volontà di continuare a favorire l’aggregazione e lo sviluppo del senso di appartenenza aziendale. Le linee guida contrattuali prevedono anche misure inclusive che risultano fondamentali nello smart working, come le agevolazioni nelle situazioni familiari complesse, per favorire la conciliazione tra la vita professionale e quella privata, specialmente per le donne.

 

Consulta anche: “I contratti di lavoro più conosciuti in Italia: quali sono e in cosa consistono

 

Un traguardo rivoluzionario

Grazie a questo accordo, si apre una nuova strada che offre sicurezza e fiducia per imprese e lavoratori. Un percorso che si nutre di formazione e di regole per individuare ruoli, compiti e responsabilità per un più congruo raggiungimento del risultato. Un passaggio storico nel mondo del lavoro, fatto di innovazione e collaborazione tra le parti, in base alle esigenze produttive delle imprese e alle tutele dei lavoratori. Il principio di fondo è, infatti, la parità dei diritti e le tutele per chi svolge il lavoro agile e in presenza, diritti che, ora, sono stati chiaramente delineati grazie ai punti chiave dell'accordo.

Un'intesa che va incontro a una costruzione moderna dell’organizzazione del lavoro, anche nella direzione della sostenibilità e delle pari opportunità per tutti. Il modo di lavorare cambia, ed è quindi necessario adeguarsi per supportare il Paese in questa difficile fase, ponendo al centro del processo, sempre e comunque, le persone.

 

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