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Trovare lavoro grazie alla gig economy: nuove sfide e opportunità

MERCOLEDÌ 24 GIUGNO 2020 | Lascia un commento
Foto Trovare lavoro grazie alla gig economy: nuove sfide e opportunità
Scritto da Stefania Pili

Gig economy: un fenomeno che fa da ritratto alla precarietà che contraddistingue l'economia degli ultimi anni ma, allo stesso tempo, a nuove possibilità di business. Un nuovo modello economico, quello dei lavori su richiesta, svolti in autonomia e a breve termine, che si basa su nuove tecnologie, startup e piattaforme digitali innovative. Non si parla più di prestazioni lavorative continuative con contratti a tempo indeterminato, ma si lavora in base a richieste specifiche, fornendo i propri servizi, prodotti o competenze, unendo domanda e offerta. Si tratta prevalentemente di freelance, professionisti e studenti che si guadagnano da vivere, o hanno l'esigenza di integrare il proprio reddito facendo lavori saltuari, spesso senza contratto. Una singola prestazione, un singolo lavoretto che può avere una durata variabile di qualche ora o di una giornata, come le consegne a domicilio con il proprio mezzo o l'utilizzo dell'auto privata come taxi su richiesta. Molto gettonati anche il baby sitting e le ripetizioni private. Tutto questo è possibile grazie all'uso di Internet, dei siti, delle app e dei social media come Uber, Deliveroo e via dicendo.

Il termine “gig economy” proviene dalla musica jazz; all'inizio del '900, infatti, veniva usato per indicare un ingaggio di una serata. Dal settore musicale fino a ogni tipo di lavoro saltuario, il termine è entrato nell'uso dei media nel 2015 durante la campagna elettorale di Hillary Clinton che l'aveva definita come “economia a richiesta”, proponendo una maggiore tutela dei lavoratori.


Leggi anche: “Uno sguardo al futuro: quali saranno i lavori più richiesti dopo l'emergenza coronavirus

 

I lavori più ricercati e gettonati

Tuttavia, la gig economy non si deve confondere con la sharing economy, che prevede la condivisione di risorse poco utilizzate; la gig economy si basa un un lavoro reale che si svolge grazie a una piattaforma digitale in cui partecipano liberi professionisti. Un esempio è la differenza tra Blabacar e Uber: con il primo, una persona riesce a guadagnare grazie ai posti liberi nella sua auto, ma anche se non dovesse riuscirci, compierebbe ugualmente il tragitto, con Uber, invece, si compie una tratta specifica perché si è pagati per farla. Allo stesso modo funzionano Glovo, Foodora e Deliveroo e i suoi fattorini.

Oltre alle consegne a domicilio, tra le attività più gettonate sono presenti anche i lavori di grafica, di sviluppo web, di traduzioni, compilazione di sondaggi online e data entry. Le piattaforme digitali in cui trovare lavoro a seconda delle competenze sono davvero tante e si moltiplicano giorno dopo giorno, complice anche il Covid-19. Se vuoi mostrare e vendere lavori fatti a mano puoi iscriverti su Etsi, se sei disponibile per traduzioni e lavori di comunicazione puoi offrire i tuoi servizi su Fivver, se sei uno studente e vuoi arrotondare, puoi dare uno sguardo su TaskHunter. Infine, se hai dimestichezza con i lavori domestici puoi sempre cercare su TaskRabbit.

Per alcuni lavori è prevista la presenza fisica ma per tanti altri serve solo una presenza online in remoto da qualsiasi parte del mondo.

 

I gig workers in Italia

Secondo recenti analisi, sono gli uomini i più affezionati alla gig economy (73,6%), soprattutto nella fascia 18-34 (53%), con una crescita di over 50 (15%). il 31% riguarda invece i 35-50enni. Lavorano maggiormente al nord (59%) ma vi è una crescita anche al sud (22%) rispetto al centro. La città con più lavoratori è Milano, seguita da Roma. Il titolo di studio non è una variabile fondamentale, dipende tutto dal tipo di lavoro; nel 2017, la laurea di secondo livello era la più rappresentativa con un 31% che ora arretra al 20% in favore della licenza media superiore (32%). segue di poco la laurea di primo livello (30%), i master e i corsi post-laurea (10%). in ultimo si trova la licenza media inferiore (6%) e la scuola elementare (2%).

 

Per approfondire: “Cercare e trovare lavoro dopo i 50 anni: alcuni consigli utili

Opportunità e problemi 

Il problema principale sta nella mancanza di tutele nei confronti dei lavoratori, come l'assenza di agevolazioni pensionistiche e sanitarie. È chiaro che la gig economy crescerà ulteriormente, specialmente a partire da quest'anno, per questo sarà fondamentale che i governi lavorino su regolamentazioni precise, leggi che permettano una maggiore tutela dei lavoratori. In Italia qualche passo è stato fatto riconoscendo e facilitando il telelavoro ma sarà necessario farne tanti altri. I privilegi per chi usufruisce di queste possibilità sono comunque tanti: il lavoro flessibile e in totale autonomia e la possibilità di essere ricompensati. Inoltre, si tratta di lavori che si basano sulla meritocrazia perché ogni prestazione riceve una valutazione da chi ne ha usufruito. Staremo a vedere cosa accadrà nei prossimi mesi o anni, sperando in un totale equilibrio, tale da garantire una possibilità di impiego per tutti, ma svolto in completa sicurezza e con tutte le garanzie del caso.

 

Consulta anche: “I lavori più ricercati nel 2020: i profili da tenere d'occhio



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