La stagione turistica in Italia è iniziata da qualche settimana, ma Federalberghi lancia un allarme sconcertante: i titolari delle strutture e dei locali hanno difficoltà a trovare camerieri, addetti alle sale, ai ristoranti e alle cucine, receptionist, bagnini e via dicendo.
Ne mancherebbero oltre 200mila in base a ciò che sostiene il Corriere della Sera e da quanto analizzato da Federalberghi. Una situazione incredibile visti gli arrivi dei primi turisti anche dall'estero grazie al piano vaccinale mondiale.
Ma quali sono i problemi alla base di queste insolite difficoltà di occupazione, soprattutto giovanile? Vediamo insieme i dati dello studio.
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La mancanza di lavoratori stagionali si percepisce in tutta Italia. Mancano fondamentalmente camerieri, sommelier, addetti alle sale ristorante e alle cucine, ma non solo; la carenza di personale si fa sentire anche sulle spiagge e negli stabilimenti balneari con mancanza di bagnini e addetti alla sicurezza. Ebbene sì, gli imprenditori faticano a trovare personale qualificato. Secondo Federalberghi mancano, infatti, almeno 200mila persone nel settore viaggi e ospitalità, pari a un calo del 50-75%. Per questo servono subito forme di flessibilità aggiuntiva per gli stagionali e qualche modifica ai contratti a termine.
Uno dei casi più eclatanti arriva proprio da una delle isole più belle e turistiche del Mediterraneo: la Sardegna. Qua mancano già migliaia di lavoratori, ha dichiarato la Confcommercio Sud Sardegna. Si è infatti creata una situazione di emergenza, non facile da risolvere visto che servirebbero diverse migliaia di persone fra lavapiatti, addetti di sala e alla reception, camerieri e sommelier. La colpa sarebbe, a detta sempre del presidente di Confcommercio Sud Sardegna, dei provvedimenti come cassa integrazione e reddito di cittadinanza, ma non solo, anche della mancanza di competenze adatte visto che la politica non ha investito abbastanza per formare le professionalità necessarie.
Fenomeno identico anche in Toscana, dove si ricercano freneticamente lavoratori dei servizi accessori di bar e cucina. Il presidente dei balneari della Toscana di Confesercenti, a questo proposito, ritiene che molti stagionali godono del reddito di cittadinanza o di altri sistemi di sostegno legati al Covid, ed è per questa ragione che una gran fetta di persone si accontenta di questa situazione non avendo più l'esigenza di cercare e trovare lavoro stagionale.
La carenza di lavoratori stagionali si fa sentire anche in Romagna. Secondo l’associazione Albergatori di Rimini e Confcommercio, per quest'estate mancano all’appello 7mila lavoratori stagionali, 5mila nel settore ricettivo, balneare e negli alberghi e 2mila nella ristorazione. La causa di tutto ciò, secondo il segretario regionale Emilia-Romagna dell’Ugl, è la crisi pandemica che ha bloccato per mesi le attività del turismo e dell’ospitalità e ha spinto molti lavoratori stagionali a cercare altrove, in agricoltura o nei cantieri edili ripartiti grazie ai superbonus. Su questo punto, tuttavia, non è d'accordo Filcams Cgil, che ritiene invece che le cause siano ben altre: il lavoro è poco attrattivo e scarsamente retribuito, precario, sfruttato, con contratti di lavoro nazionali che non vengono rispettati sia nella retribuzione che per l’orario di lavoro settimanale e il giorno di riposo. Ecco perché, insistono, serve un nuovo modello improntato sulla sostenibilità a partire dalla qualità del lavoro.
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l’Inps, attraverso una circolare, fa sapere che i lavoratori stagionali che hanno avuto accesso all’indennità Covid da 2.400 euro prevista dal primo decreto Sostegni, non dovranno presentare una nuova domanda per l’indennità da 1.600 prevista dal decreto Sostegni Bis, ma otterranno il sussidio in automatico.
Questa misura una tantum è prevista per lavoratori stagionali e in somministrazione, in somministrazione dei settori del turismo e degli stabilimenti termali; i lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali; i lavoratori in somministrazione appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali; i lavoratori intermittenti; i lavoratori autonomi occasionali; i lavoratori incaricati alle vendite a domicilio; i lavoratori a tempo determinato dei settori del turismo e degli stabilimenti termali; i lavoratori dello spettacolo.
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