Il benessere fisico e mentale dei lavoratori è ormai tra i temi più discussi negli ultimi anni. Questo perché all’interno delle aziende sembrerebbe crescere a dismisura il malcontento dei dipendenti che, col tempo, si dichiarano sempre più insofferenti a causa di stress, ansia e rapporti spesso non idilliaci sia con il capo che con i propri colleghi. Ma veniamo al punto: lo sport è un fattore decisivo per diminuire il malessere generale dei lavoratori? La risposta è sicuramente sì. Recenti studi hanno infatti dimostrato come l’attività fisica abbia dei chiari e concreti effetti positivi sulla produttività. Risulta fondamentale, quindi, promuovere e sensibilizzare le persone sull’importanza dello sport per la salute e, di conseguenza, sull’umore e il tenore di vita complessivo.
La popolazione europea, purtroppo, sta infatti adottando uno stile di vita sempre più sedentario: la ricerca condotta dalla Commissione Europea su 28,031 cittadini residenti in Europa, ha evidenziato come circa la metà di loro non pratica nessuna attività, percentuale che va ad aumentare costantemente dal 2013. Inoltre, il 12% rimane seduto per più di 8,5 ore al giorno e non cammina per almeno 10 minuti di seguito. La ragione principale? La mancanza di tempo e l’attività sedentaria in ufficio.
Facendo due veloci calcoli su cause e conseguenze, perché allora non promuovere l’idea di organizzare delle sedute sportive proprio durante l’orario di lavoro? Non solo per favorire la produttività del lavoro svolto e per contrastare problemi fisici, ma anche per aumentare il legame tra i colleghi e rafforzare lo spirito di squadra.
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Questo è l’obiettivo di EMoCS, ovvero, European Meetings for Company Sport, associazione europea che coinvolge partner, istituzioni, manager e operatori provenienti da Francia, Spagna, Slovenia, Belgio, Finlandia e Italia. Proprio in Italia, il livello di consapevolezza e di pratica dell’attività fisica connessa con il lavoro ha un livello piuttosto basso.
Situazione completamente differente in Svezia, dove recenti sondaggi hanno evidenziato come il 70% della popolazione pratichi almeno un’ora di sport a settimana, non solo fuori, ma anche dentro l’ufficio. Alcune aziende, infatti, obbligano i propri dipendenti a svolgere attività fisica durante l’orario di lavoro, proprio come la Björn Borg, società fondata dall’omonimo campione di tennis, che fonda il suo impero proprio nell’abbigliamento sportivo. Ogni venerdì, dalle 11:00 alle 12:00, tutti gli impiegati si riuniscono per allenarsi tutti insieme e tenersi in forma, intento principale leggibile in un cartello esposto all’interno dell’azienda: “Non ci sono scuse. La nostra missione è essere il marchio numero 1 nell’abbigliamento sportivo per persone che vogliono sentirsi attive e attraenti. Quindi chiudiamo l’ufficio e facciamo un’ora di sport insieme. Ci impegniamo con passione verso nuovi e audaci obiettivi, ci sfidiamo a vicenda e siamo chi vogliamo essere”.
Henrik Bunge, il CEO della Björn Borg, è una persona molto determinata a motivata nel portare avanti questo stile di vita. In un’intervista alla BBC ha infatti dichiarato apertamente la sua visione: “Se vuoi che tutti diano il meglio, è necessario che tutti facciano attività sportiva. E chi non accetta la filosofia aziendale può anche andarsene”.
Henrik Bunge è sempre stato un grande estimatore dello sport e del fitness in generale: nella sua carriera è stato infatti manager e responsabile di altre catene sportive mondiali come Adidas e Reebok. Dal 2014 è CEO di Björn Borg, periodo nel quale l’azienda non ha aveva imponenti guadagni; Bunge ha avuto la capacità di dare una nuova identità all’azienda, puntando tutto sul lavoro si squadra, come da lui dichiarato: “Dovevamo allenarci meglio, misurare meglio i nostri obiettivi, diventare una squadra migliore. Se volevamo riuscirci, tutti dovevano fare la propria parte. Tutti dovevano partecipare all’ora di sport. Mi sono rifiutato di scendere a compromessi su questo punto”.
E ancora: “Abbiamo molto da imparare dalla cultura sportiva. Prendi per esempio un giocatore di football: sa sempre capire qual è stato il livello della sua prestazione. Prova ad andare invece al dipartimento del marketing, interrogandoli sulle loro performance: non ne avranno idea”.
Finora tutti i dipendenti risultano molto soddisfatti dell’iniziativa e nessuno si è mai tirato indietro, compreso Henrik Bunge. Il risultato è un grande beneficio sia per il singolo individuo che per l’intero team, che risulta essere più affiatato e intraprendente. E i risultati sono concreti: nel 2016 le vendite nette sono aumentate e l’engagement dei dipendenti è migliorato tantissimo.
Chi ha detto quindi che lo sport non è fondamentale anche per incrementare il proprio business? Non è un caso che molti datori di lavori inseriscano tra i benefit aziendali dei corsi sportivi gratuiti. A tal proposito, è stata addirittura istituita una gara, la Ironman Executive Challenge, nella quale i manager si sfidano nella Iroman Triathlon tra nuoto, maratona e bici.
In Italia questa visione concreta e innovativa del lavoro sembrerebbe ancora molto lontana dagli standard tuttora esistenti. Tuttavia, si spera che presto si abbia piena coscienza del grande valore dell’attività fisica per il benessere del singolo indipendente, per l’intero team e per la produttività aziendale.
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