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Categorie protette 2021: chi sono e quali sono i loro diritti occupazionali

GIOVEDÌ 16 SETTEMBRE 2021 | Lascia un commento
Scritto da Stefania Pili

Categorie protette: chi sono? Cosa si intende esattamente con questa definizione? Capirlo è fondamentale per comprendere ancora meglio come funziona il mondo del lavoro in Italia. Ciò che bisogna capire, prima di tutto, è che alcuni individui godono di diritti speciali per l'inserimento nel mondo del lavoro.

Nello specifico, con il termine "categorie protette", ci si riferisce a tutte quelle persone affette da disabilità e/o invalidità psico-fisica, per le quali esistono tutele precise, così come stabilito dal Diritto del Lavoro, disciplinato dalla legge n°68 del 1999, “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”, affermando come diritto costituzionale l’accesso di ogni cittadino a servizi basici come l’istruzione, la sanità e, appunto, il lavoro. Si parla, ad esempio, di non vedenti, non udenti, invalidi del lavoro, invalidi civili, invalidi di guerra e altri.

Quindi, in presenza di particolari condizioni di salute, i soggetti in questione si ritrovano spesso svantaggiati nel trovare un lavoro. Ecco perché lo Stato gli riconosce un'assunzione agevolata attraverso servizi di sostegno e collocamento mirato.

 

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Favorire l'occupazione delle categorie protette

L'obiettivo di istituire le categorie protette è incentivare le imprese pubbliche e private ad assumere persone colpite da disabilità e favorirne quindi l'integrazione, con svariate agevolazioni. Secondo le norme in vigore, inoltre, se l'azienda occupa oltre 50 dipendenti, la quota di riserva da destinarli alle categorie protette deve essere pari al 7% dei lavoratori. In ogni caso, l'attività lavorativa deve essere esercitata nell'ambito di progetti ben precisi. Vediamo ora, nello specifico, quali sono le categorie protette sul lavoro e cosa prevedono le leggi ed il CCNL 2021 a riguardo.

Innanzitutto, è doveroso fare una distinzione tra persone disabili e persone appartenenti ad altre categorie, secondo la legge italiana. Rientrano nella prima categoria, ovvero, quella delle persone disabili:

  • invalidi civili con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 45%;

  • invalidi del lavoro con percentuale minima di invalidità pari o superiore al 33%;

  • non vedenti (comprese anche le persone con residuo visivo non superiore a un decimo in entrambi gli occhi, anche con correzione di lenti);

  • sordomuti (individui colpiti da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata, purché la sordità non sia di natura esclusivamente psichica o dipendente da causa di guerra, di lavoro o di servizio);

  • invalidi di guerra, invalidi civili di guerra, invalidi di servizio.

Per questi individui, al fine di rientrare nelle categorie protette, è necessario il rilascio della certificazione sottoscritta dalle commissioni apposite delle Aziende Sanitarie Locali (ASL). Per i casi di invalidità successiva all’infortunio sul lavoro, invece, occorre un accertamento certificato dall’INAIL.

Fanno invece parte delle altre categorie: 

  • orfani e coniugi superstiti di coloro che siano deceduti per cause di lavoro, di guerra e di servizio svolto nelle pubbliche amministrazioni (inclusi gli orfani, le vedove e i familiari delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata);

  • soggetti equiparati, ovvero, coniugi e figli di soggetti riconosciuti grandi invalidi per causa di guerra, lavoro e servizio;

  • profughi italiani rimpatriati.


Per tutti occorre comunque l’iscrizione alle liste delle categorie protette (sempre se in possesso dei requisiti), con età maggiore di 15 anni, non ancora andati in pensione e che risultano disoccupati. Per finalizzare l’adesione basta recarsi presso un Centro per l’Impiego, rivolgendosi alla sede di riferimento in base alla zona di residenza. L’iscrizione presso il Servizio per l’Occupazione dei disabili è gratuita e può essere effettuata nel Centro per l’impiego della città nel quale si ha la propria residenza.

L’assunzione può avvenire in due modi:

  • per chiamata nominativa, se l'azienda individua direttamente il lavoratore da assumere;

  • per chiamata numerica attraverso le liste del Centro dell’Impiego.

 

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Cosa prevede la legge e il CCNL 2021 sulle categorie protette

Lo scopo principale è di favorire l'occupazione delle categorie protette. Le aziende, come anticipato in precedenza, sono tenute a riservare una percentuale di posti di lavoro ai lavoratori svantaggiati, in base al numero complessivo di dipendenti della società.

Tra le prime cose da conoscere vi è la legge 68, la quale riconosce una serie di agevolazioni di natura fiscale e di incentivi offerti alle aziende che assumono persone delle categorie protette, come l'esenzione parziale del pagamento dei contributi assistenziali e previdenziali.

Se l'azienda in questione ha dai 36 ai 50 dipendenti, la quota è pari a 2 lavoratori disabili, mentre dai 15 ai 35 dipendenti, la quota è di 1 lavoratore disabile.

Inoltre, una particolare quota di riserva è destinata ai soggetti non disabili, ma che appartengono alle categorie protette in virtù delle situazioni di svantaggio o disagio sociale: nello specifico, è di 1 lavoratore se l'azienda occupa da 51 a 150, e dell'1% se occupa più di 150 dipendenti. La quota di riserva viene calcolata sulla base del computo del numero di lavoratori dell'azienda. Il quadro generale di riferimento è il seguente:

  • assunzione di almeno 1 lavoratore di categoria protetta nel caso delle imprese tra 15 e 35 dipendenti;

  • assunzione di almeno 2 lavoratori di categorie protette nel caso delle imprese tra 36 e 50 dipendenti;

  • assunzione di almeno 7% di lavoratori di categorie protette nel caso delle imprese con più di 50 dipendenti.

 

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