'Mi parli di lei': un classico intramontabile tra le domande che vengono poste durante un colloquio di lavoro. Molti intervistati non si aspettano questo quesito, altri pensano invece di riuscire a destreggiarsi con una risposta pronta e impeccabile, altri ancora rimangono quasi senza parole.
Come affrontare, quindi, questa fase del colloquio? Innanzitutto, è bene prepararsi in anticipo una risposta convincente, definendo un piccolo ma efficace schema in cui vengono riassunti i punti principali: quali informazioni fornire, per quanto tempo parlare, rimanere sul vago o entrare più sui dettagli personali.
Un quesito che, in apparenza, può risultare facile da gestire agli occhi del candidato ma che, molto spesso, suscita perplessità e difficoltà. Perché questo? Probabilmente perché si tratta di una domanda molto generica ma, allo stesso tempo, spiazzante e ambigua. Da dove partire e che cosa dire? Cosa racconto? Rimango sull'ambito esclusivamente professionale o posso divagare anche su hobby e interessi particolari?
Vediamo quindi alcuni consigli su come rispondere correttamente alla domanda 'mi parli di lei' durante un colloquio di lavoro.
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Grazie a questa domanda apparentemente innocua, il selezionatore vuole comprendere il modo in cui il candidato ragiona, la sua personalità, la capacità di rispondere in modo coerente e specifico rispetto alla posizione per la quale si sta candidando.
Non si tratta di un escamotage per scoprire lati della vita privata dell'intervistato ma, piuttosto, di capire la sua idoneità da un punto di vista puramente professionale in relazione al lavoro che gli viene offerto. Pertanto, il selezionatore desidera ascoltare il modo in cui le esperienze lavorative passate abbiano modellato il candidato per il ruolo che vuole ottenere. Occhio quindi a non parlare troppo di aneddoti personali e non pertinenti al lavoro.
Occorre selezionare argomenti rilevanti, esporli in modo dettagliato comprendendo anche aspetti della propria personalità, perché no, ma senza esagerare. L'ideale è concentrarsi sui lavori precedenti e sulle competenze utili al nuovo posto: questo aiuterà il recruiter a capire che avete compreso appieno la mission e la vision dell'azienda.
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Il consiglio generale è di mantenere risposte sempre professionali. Non ci si deve sentire obbligati a fornire troppe informazioni personali, anzi, l'ideale è soddisfare le esigenze puramente professionali e rilevanti del selezionatore. L'ideale è non impiegare più di quattro o cinque minuti per risposta, chiedendo prima di tutto all'intervistatore se desidera che parliate della vostra esperienza professionale o più di voi e dei vostri interessi. Inoltre, non occorre specificare se siete sposati, la vostra religione, quanti anni avete o se avete figli; queste domande potrebbero condurre ad una situaizone di discriminazione sul luogo di lavoro, considerata sempre illegale.
Ecco i punti che andrebbero trattati nel corso del colloquio.
Studi ed esperienza professionale: descrivendo brevemente prima le proprie esperienze formative e poi quelle professionali specificando se si tratta di un diploma, una laurea o un master con i tratti più significativi dell'esperienza. Si passa poi a parlare delle aziende per le quali avete lavorato, esponendo i progetti più importanti ai fini della mansione per la quale vi state candidando;
competenze e obiettivi: in questo caso si procede parlando dei risultati ottenuti e sulle competenze acquisite in ambito formativo e professionale, sottolinenando come queste possano rappresentare un valore aggiunto per l’azienda e per il ruolo per il quale ci si sta candidando. In questo modo si dimostra anche di conoscere l’azienda, di condividerne la vision ed essere realmente motivati a farne parte.
Tra gli errori da non commettere, come accennato precedentemente, non bisogna dilungarsi troppo né parlando delle esperienze formative, né di quelle professionali. Inoltre, meglio cercare di non ripetere ciò che avete già inserito nel curriculum vitae o nella lettera di presentazione, evitando anche di parlare di esigenze puramente economiche o di altri problemi personali.
Ci sono anche dei dettagli in base al proprio profilo. Se si ha poca esperienza, meglio soffermarsi sulla formazione acquisita e sulle competenze apprese durante la laurea, i tirocini e la tesi; se, viceversa, il vostro è un profilo senior, potreste iniziare a parlare delle esperienze maturate durante gli anni, prima quelle secondarie e poi quelle più significative che possono incidere maggiormente sull'ottenimento del posto di lavoro.
Inoltre, non bisogna dimenticarsi di dare la giusta importanza alla comunicazione non verbale. I selezionatori solitamente sanno valutare anche il linguaggio del corpo di un candidato; per questo, nonostante l'eventuale ansia e nervosismo, occorre apparire il più calmi possibile, evitando di muoversi troppo, ad esempio. Per evitarlo, meglio fare delle prove a casa, simulando il colloquio con una persona fidata, facendo pratica con il controllo del proprio corpo, sul contatto visivo e sulla corretta postura da assumere durante tutta la durata dell'intervista. Questo vi aiuterà a trasmettere maggiore determinazione e sicurezza in voi stessi.
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