Niente più esame di Stato per svolgere la professione di farmacista, veterinario, psicologo e dentista, grazie a un disegno di Legge presentato a Palazzo Chigi dal ministro dell'Università. Il provvedimento, approvato dal Consiglio dei ministri, dovrà essere discusso in Parlamento per essere confermato a tutti gli effetti, in modo tale che che le lauree in questione diventino abilitanti, prevedendo una netta semplificazione delle modalità di accesso all'esercizio delle professioni.
Se in passato era necessario un tirocinio pratico-valutativo post-laurea per essere abilitati alla professione, ora esso potrà essere svolto durante il periodo universitario: questo per poter ridurre i tempi che intercorrono tra la discussione della tesi e l'esercizio della professione. La proposta è di arrivare a esercitare già al momento della laurea in una seduta più articolata, che includerà anche una prova tecnica davanti a una commissione integrata da professionisti esperti scelti dai rispettivi Ordini.
Questo è l'obiettivo fondamentale: semplificare le modalità di accesso all'esercizio delle professioni regolamentate, con una conseguente agevolazione e collocazione più diretta, immediata ed efficace dei giovani nel mercato del lavoro.
Leggi anche: “5 consigli per sfruttare il lockdown in modo semplice e produttivo per chi cerca lavoro”
Il progetto è costituito da più fasi. Le novità saranno subito applicate alle lauree magistrali a ciclo unico in Odontoiatria e protesi dentaria, in Farmacia e farmacia industriale, in Medicina veterinaria e in Psicologia, purché si siano conseguiti almeno 30 crediti formativi, insieme a un tirocinio interno al corso di studi. Il tirocinio si svolgerà durante il corso di studi, diventandone parte integrante a tutti gli effetti, e prevederà lo svolgimento di attività formative di natura professionalizzante, che saranno declinate alle singole classi di laurea.
Non solo professioni in ambito sanitario. Successivamente, si passerà anche a un secondo gruppo di lauree abilitanti in materie tecniche. Si tratta delle tre professionalizzanti (con tirocinio incluso) avviate quest'anno e ritenute sufficienti per esercitare la professione di geometra laureato, agrotecnico laureato, perito agrario laureato e perito industriale laureato. Occorrerà più tempo in questi casi, poiché si tratta di corsi appena partiti e della durata di tre anni.
Il terzo step potrebbe prevedere l'abilitazione anche ad altri professionisti, come tecnologi alimentari, dottori agronomi e forestali, pianificatori paesaggisti e conservatori, assistenti sociali, attuari, biologi, chimici e geologi. I loro titoli diventeranno abilitanti su richiesta dei consigli degli Ordini, dei collegi professionali o delle federazioni nazionali, previo regolamento del ministero dell’Università.
Il Ministero della Giustizia ha però stoppato il progetto abilitante della professione per commercialisti, architetti e ingegneri, che erano stati inclusi nella versione iniziale (e più ampia) del Ddl.
Leggi anche: “Colf, badanti e babysitter: dal 1° ottobre nuove regole e nuovo contratto. Ecco cosa cambia"
Non si tratta di eliminare l'esame di abilitazione professionale. Ricordiamo, infatti, che l'esame di Stato è previsto dalla Costituzione Italiana e sarà “sostituito” formalmente dall'esame di laurea, dove le commissioni dovranno presentare, laddove necessario, anche rappresentanti dell'ordine professionale coinvolto.
Questo disegno di legge fa intravedere una prospettiva di rilancio e di modernizzazione dell'Italia. Si pensa, in particolar modo, ai giovani, grazie a un programma di riforme della strategia di politica economica appoggiata dal Governo. Il passo successivo è, quindi, semplificare le modalità di accesso all'esercizio delle professioni per inserire i giovani, in maniera più rapida, nel mercato del lavoro.
Ciò che si offre è una vera e propria ridefinizione dell'offerta formativa universitaria, grazie a un approccio innovativo e a strumenti concreti. Pertanto, si spera che le forze politiche possano arricchire il progetto in fase di discussione nelle aule parlamentari, e rendere più veloce la fase che porterà il disegno di legge a diventare norma a tutti gli effetti.
Per approfondire: “Cosa conviene studiare: confronto tra lauree, stipendio e lavoro”