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In Italia mancano gli autisti: le offerte di lavoro aumentano del 105%

MERCOLEDÌ 17 NOVEMBRE 2021 | Lascia un commento
Foto In Italia mancano gli autisti: le offerte di lavoro aumentano del 105%
Scritto da Stefania Pili

La carenza di autisti inizia a farsi sentire, non solo in Inghilterra e in Italia, ma anche nel resto d'Europa. Di conseguenza, le offerte di lavoro per conducenti di mezzi pesanti si moltiplicano.

I dati parlano chiaro: gli annunci di lavoro per autotrasportatori in Italia sono aumentate del 105% rispetto ai livelli pre-pandemia.

In Inghilterra, per far fronte al problema relativo alla mancanza di autisti, il Governo ha concesso visti temporanei per lavoratori stranieri e i salari medi degli autotrasportatori sono aumentati. L'Italia, invece, ha approvato un decreto che prevede un bonus di rimborso spese patente.

Insomma, a quanto pare, la situazione è simile in ogni parte d'Europa; ma se nel Regno Unito la causa è da attribuire alle complicazioni introdotte dalla Brexit e all’ondata di contagi provocata dalla variante Delta, in Italia la mancanza di autotrasportatori è un problema che va avanti da anni, accentuato anche dalla ripartenza dell’economia che ha trovato impreparate molte catene della fornitura. Per questi motivi le associazioni dell’autotrasporto hanno richiesto l’assunzione immediata di un numero maggiore di camionisti provenienti dall’estero.

 

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I dati in Italia e in Europa

Le offerte di lavoro per autisti di camion nelle cinque maggiori economie europee erano del 45% al di sopra del loro livello pre-pandemia in Francia, del 67% in Germania, 95% in Spagna e 73% nel Regno Unito. Il maggior numero di offerte di lavoro per autotrasportatori si è invece registrata in l’Irlanda, dove in poco più di un anno e mezzo sono cresciute del 126%. Chiude la classifica la Polonia con un +15%.

Dopo il caos avvenuto nel Regno Unito, dove dopo giorni di lunghe code ai distributori di benzina e allarmi per la carenza di carburanti causati dall’assenza di autotrasportatori, il Governo ha deciso di concedere il rilascio di visti temporanei per autisti e altri lavoratori. Una mossa azzeccatissima dato che le persone extra UK si sono fiondate sugli annunci di lavoro per autotrasportatori, offerte che hanno incrementato un interesse del 307% in una sola settimana (dal 2,5% al 10,2%), mentre le persone extra UE interessate sono cresciute di addirittura il 627% (dallo 0,9% al 6,5%). Tra i più attivi nella ricerca di lavoro come autotrasportatori in UK troviamo anche gli italiani, insieme a lavoratori provenienti da India, Emirati Arabi, Sudafrica, Polonia, Nigeria, Arabia Saudita e Irlanda.

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S.O.S autotrasportatori in Italia

In Italia servirebbero almeno 17mila camionisti in più, forse 20mila. Tra i disagi più importanti, ad esempio, troviamo il blocco delle merci sulla banchina del porto di Genova, anche fino a 10 giorni.

Ma qual sono le cause di questa difficoltà? Innanzitutto, l'età media troppo elevata dei conducenti di tir. I nuovi ingressi non compensano le uscite anche perché diventare autotrasportatori prevede tempi lunghi e costi elevati, tra i 4mila e i 6mila euro per conseguire le patenti necessarie e il certificato professionale. Si tratta anche di un lavoro pesante che prevede lunghe trasferte anche di notte, tempi serrati per le consegne e, spesso, caratterizzato da pratiche illegali e sfruttamento.

La soluzione più utilizzata in questi anni è stata l'assunzione degli autisti dell'Est-Europa, che avevano un costo del lavoro molto più basso. Ora però i tempi stanno cambiando radicalmente grazie al miglioramento delle condizioni sanitarie in Romania, che sta determinando un rilancio dell’economia e delle attività produttive. Di conseguenza, molti autisti di mezzi pesanti stanno tornando nel loro Paese.

Per non parlare del fattore stipendio: i salari non sono bassissimi, ma restano comunque non attrattivi rispetto al lavoro richiesto, quindi, anche quando si trovano candidati, spesso, sono privi dei requisiti.

Le cause dell'instabilità nel settore dell’autotrasporto derivano dall'aumento della domanda di trasporto, dall’esigenza di coniugare tempi di consegna sempre più stretti con il prioritario rispetto delle norme di sicurezza della circolazione, dalle inefficienze del sistema distributivo con aumenti dei tempi attesa allo scarico e da uno stato delle infrastrutture oggettivamente complesso che, a sua volta, genera un aumento dei tempi di consegna delle merci.

 

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Le possibili soluzioni

In Italia, l’associazione del trasporto pesante ha formulato una serie di richieste al governo:

  • inserire nel prossimo decreto flussi una quota riservata agli autisti proprio per favorire il reclutamento di immigrati;

  • la riqualificazione e la formazione di personale da rintracciare sul mercato del lavoro italiano alle «politiche attive del lavoro».

Alcune catene britanniche dell’autotrasporto propongono incentivi fino a 5mila sterline l’anno; in Italia i salari restano al di sotto di altri Paesi europei. Secondo una ricerca dell’European Trade Union Institute, lo stipendio medio mensile di un autista è di 1.750 euro (con variazioni tra 1.300 e 2.900 in base a esperienza, qualifiche e spostamenti). In Germania la media sale a 2.150, in Svizzera a 4.500. Le aziende slovene, viceversa, pagano 790 euro, quelle polacche 430, quelle bulgare e rumene addirittura poco più di 200 euro.

Anche l’Italia cerca di trovare una soluzione sul fronte degli autotrasportatori: è stato infatti approvato un emendamento che prevede un “bonus patenti”, un incentivo per il conseguimento della patente di guida per mezzi pesanti, che in media costa intorno ai 5mila euro. Il testo prevede l’erogazione di un contributo pari a 1000 euro o al 50% dei costi a titolo di rimborso ai percettori del reddito di cittadinanza o, ancora, di ammortizzatori, fino ai 35 anni di età, che entro tre mesi dall’ottenimento della licenza, avranno stipulato un contratto di autotrasporto per conto terzi. Il bonus è valido fino al 30 giugno 2022.

La misura è stata accolta con soddisfazione dalle associazioni di categoria, anche se occorre lavorare maggiormente affinché siano eliminate altre barriere che frenano i giovani a intraprendere la professione di conducente, intervenendo sulle procedure per il conseguimento della CQC e prevedendo un'adeguata formazione scolastica con percorsi formativi dedicati da parte degli Istituti Tecnici e ITS.

 

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