In qualsiasi realtà aziendale, il lavoro di squadra è di fondamentale importanza per riuscire a ottenere prestazioni di un certo livello. La capacità del singolo è fondamentale, ma se in un progetto convergono ancora più abilità e conoscenze, i rapporti migliorano, così come l’umore generale e la volontà di arricchirsi costantemente. L’unione fa la forza nel perseguire un obiettivo comune, un inestimabile valore aggiunto da non sottovalutare.
“Mettersi insieme è un inizio, rimanere insieme è un progresso, lavorare insieme è un successo”. (Henry Ford)
Per questo motivo, bisogna saper costruire un buon team, una squadra formata da menti che sappiano collaborare armoniosamente: per realizzarla, occorre che nessuno prevalga sull’altro per non creare scontri e malumori che purtroppo, sono all’ordine del giorno in molte aziende. La strategia per selezionare le giuste personalità deve essere precisa e accurata; di fatto, in certi casi, può essere di grande aiuto il contributo di un professionista, un coach, che assista nel cosiddetto team building, letteralmente, la “costruzione di un gruppo”.
Oltre a voler ottenere migliori performance a livello di business, un team può anche creare delle solide relazioni in termini di divertimento legate a uno sport o un hobby condiviso, o delle semplici uscite post lavoro. L’ideale sarebbe, tuttavia, far convergere l’aspetto professionale e ludico per un miglior assetto di squadra: sfortunatamente, ancora un’utopia nella maggior parte d'Italia.
Per poter migliorare la produttività e creare un team, bisogna innanzitutto lavorare su se stessi e migliorare alcuni aspetti del proprio carattere, partendo dalla self-awareness, la conoscenza di se stessi come persona, la self-knowledge, la conoscenza delle proprie competenze, e la self-view, come gli altri ci vedono. Solo dopo aver compreso il nostro valore, ma anche i nostri limiti, possiamo andare incontro a un ottimo lavoro di squadra all’altezza delle situazioni. Ecco alcuni consigli utili:
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Al contrario, se non si verificano queste condizioni, le conseguenze potrebbero essere disastrose: gelosie, critiche alle spalle e tradimenti sono solo alcune delle situazioni spiacevoli nelle quali incappare, talvolta senza via di ritorno. Il clima, che dovrebbe essere disteso e sereno, diventerebbe tossico, e la visione aziendale sarebbe rovinata a favore di quella prettamente egoistica. Il risultato sarebbe ovviamente la perdita dell’obiettivo aziendale e l’arresto immediato della crescita, sia per il singolo che per l’azienda.
Un buon team deve essere, infatti, una sorta di incentivo per lavorare meglio e con maggior entusiasmo, un modo per disintossicarsi dalle classiche regole dell’ufficio e reinventarsi giorno dopo giorno con nuovi stimoli e idee. Sì, perché la condivisione e le relazioni portano proprio a un arricchimento interiore capace di espandersi.
La creazione di un team professionale è indubbiamente tra gli investimenti migliori che l’azienda può e deve fare: un cambiamento di questo genere non è semplice, ma si spera che presto diventi una filosofia predominante, soprattutto nelle nuove realtà aziendali e nelle giovani start-up.
Concludendo, vi lasciamo con un antico proverbio giapponese che riassume il discorso fatto finora con grande classe e semplicità:
“Una singola freccia si rompe facilmente, ma non dieci frecce tenute assieme”.
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