La scuola cerca oltre 94mila docenti, ma il 50% dei posti rischia di rimanere scoperto. Sono ben 94.130 i posti autorizzati dal ministero dell’Economia per le assunzioni a tempo indeterminato di personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado, per l’anno scolastico 2022/23. A questi si aggiungono anche i posti per 317 dirigenti scolastici e il trattenimento di 44 dirigenti scolastici, per un totale di 361 posti vacanti e disponibili. Ma dove sono finiti gli aspiranti candidati?
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Gli oltre 94mila posti per nuovi docenti ci sono, ma molti posti, secondo i sindacati, non verranno assegnati per mancanza di aspiranti all'interno delle graduatorie. Si tratta di un dato che, sicuramente, metterà ancora più in difficoltà i dirigenti scolastici che sono alla ricerca dei supplenti. Si tratta di assunzioni a tempo indeterminato di docenti per tutti i gradi in vista del prossimo anno scolastico, quindi personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado. Nello specifico:
il 50% posti è assegnato alle graduatorie dei concorsi per titoli ed esami al momento vigenti (cd. graduatorie di merito);
il restante 50% alle graduatorie a esaurimento, come stabilito dalla legge.
Inoltre, i posti a disposizione per l’assunzione docenti sono suddivisi in questo modo:
n. 63.781 posti per i docenti comuni;
n. 30.349 posti per il sostegno.
Tuttavia, i sindacati CISL, UIL e SNALS Scuola hanno lanciato l’allarme e hanno avvertito che la metà delle cattedre disponibili rischia di restare scoperta per mancanza di aspiranti candidati nelle graduatorie, soprattutto nelle regioni in cui sono più necessari e richiesti.
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Si pensa che circa 50mila posti potrebbero andare ai supplenti; ma questi rappresentano solo un'aggiunta alle migliaia di posti precari che devono essere affidati ai docenti di sostegno e alle supplenze su posti non liberi. Questo implica un cambiamento continuo di insegnanti, mettendo in seria difficoltà alunni e famiglie. E poi c'è il sistema dei concorsi, considerato troppo farraginoso, quindi troppi e scoordinati tra loro, con una conseguente e complicata distribuzione tra posti e percentuali, andando anche a bloccare posti che andranno coperti da supplenze. Un sistema che va a incentivare il precariato, non a risolverlo.
Il Governo, per poter risolvere la situazione, ha autorizzato la cosiddetta call veloce, ovvero l'assunzione a tempo determinato dei docenti inseriti nelle prime fasce delle nuove Gps, le graduatorie provinciali dei supplenti. L'obiettivo è di assumerli in ruolo l'anno successivo tramite un esame da sostenere a fine supplenza. Ma anche in questo caso, i sindacati ritengono che non possa essere la soluzione adeguata: la Cisl propone, infatti, di aggiungere al sistema dei concorsi anche un canale che possa potenziare l'esperienza di lavoro dei precari, gestendola in modo più razionale e proficuo.
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