A partire dal prossimo anno ci saranno sostanziali cambiamenti riguardo al sussidio del Reddito di Cittadinanza 2022, soprattutto in relazione alle politiche attive sul lavoro. In arrivo, infatti, un piano del governo riguardante la formazione e fondi comunitari del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) con risorse nazionali che ammonteranno complessivamente a 7,2 miliardi di euro.
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L'obiettivo principale della nuova riforma è riorganizzare la formazione dei lavoratori in transizione e dei disoccupati attraverso nuovi livelli. Nello specifico, si vuole semplificare l’accesso allo sgravio, eliminando l’obbligo di comunicare all’ANPAL i posti vacanti dell'azienda e, allo stesso tempo, includendo ulteriori rapporti agevolabili a tempo indeterminato full-time e apprendistato.
L'intento è, ovviamente, limitare il numero ancora troppo elevato di disoccupati in Italia semplificando il percorso verso la ripresa economica e creando figure professionali realmente qualificate.
Dal 2022, quindi, le agenzie di lavoro dovranno tutelare e agevolare l'incrocio tra domanda e offerta di lavoro per favorire l’inserimento o il reinserimento lavorativo dei beneficiari del RdC. Per farlo, l'articolo 8 del Dl prevede l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i datori di lavoro privati che assumono a tempo pieno e indeterminato (anche con contratto di apprendistato).
La somma e la durata dell'incentivo cambiano in base alla persona da assumere, in particolare, se abbia frequentato o meno un percorso professionale o sia in possesso di una riqualificazione professionale.
Il datore di lavoro deve inviare apposita istanza telematica all’INPS, che sarà incaricato di calcolare l’ammontare e la durata dell’incentivo, consultare il Registro Nazionale degli Aiuti di Stato e, infine, trasmette l’esito dell’istruttoria all’azienda. In caso di approvazione, si allegherà il piano di fruizione dello sgravio con i relativi importi e durata.
Per quanto riguarda le tipologie di lavoratori da assumere, troviamo il lavoratore privo di formazione e il lavoratore formato.
Nel primo caso, l'articolo 8 comma 1 dichiara che il datore di lavoro deve comunicare alla piattaforma “MyANPAL” la disponibilità di posti vacanti e se desidera assumere i soggetti beneficiari di RdC a tempo pieno e indeterminato o con contratto di apprendistato. Successivamente, stipulare presso il Centro per l’impiego, un Patto di formazione nel quale si garantisce al beneficiario un percorso formativo o di riqualificazione professionale.
In questo modo, l'azienda avrà diritto all'esonero del versamento dei contributi previdenziali e assistenziali pari all’importo mensile del Reddito di Cittadinanza percepito all’atto dell’assunzione (comunque non superiore ai 780 euro mensili).
Nel secondo caso, ovvero quello del lavoratore formato che ha già completato un percorso di formazione o riqualificazione professionale presso enti accreditati, il datore di lavoro privato ha diritto all’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali pari alla metà dell’importo mensile del Reddito di Cittadinanza percepito all’atto dell’assunzione, comunque nel limite di 390 euro mensili. La restante metà è riconosciuta all’ente di formazione sotto forma di sgravio contributivo. Questo varrà per un periodo pari alle mensilità di sussidio residue (in ogni caso non inferiori a sei).
In caso di rinnovo del Reddito di Cittadinanza, lo sgravio è concesso per un periodo fisso corrispondente a sei mensilità e per metà dell’importo mensile del RdC.
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Le aziende devono rispettare alcuni requisiti specifici per poter usufruire degli sgravi fiscali previsti in caso di assunzione di RdC:
incrementare l'occupazione netta del numero dei dipendenti (previsto dall’articolo 31 comma 1 lettera f del Dlgs. n. 150/2015);
rispettare i limiti previsti dalla normativa in materia di Aiuti di Stato (regime “de minimis”);
essere in regola con gli obblighi in materia di assunzione di lavoratori disabili, ai sensi della Legge n. 68/1999, (si fa eccezione per la stipula di un contratto di lavoro con un beneficiario RdC iscritto nelle liste del collocamento obbligatorio).
Imprenscindibile anche il rispetto delle regole per le agevolazioni contributive (Dlgs. n. 150/2015). Nello specifico:
assumere spontaneamente e non in attuazione di un obbligo imposto dalla legge o dalla contrattazione collettiva;
rispettare la normativa in materia di tutela delle condizioni di lavoro;
rispettare la parte economica e normativa dei contratti collettivi stipulati dalle organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale;
inviare le comunicazioni obbligatorie di assunzione (modello UNILAV) secondo le scadenze di legge;
rispettare il diritto di precedenza previsto dalla legge o dal contratto collettivo;
avere la regolarità contributiva.
Le aziende, sia che decidano di assumere una persona formata o non formata, devono comunque rispettare il tetto massimo mensile di 780 o 390 euro; l’agevolazione non potrà comunque superare l’ammontare totale dei contributi a carico di azienda e dipendente.
Lo sgravio opera solamente in riduzione dei contributi previdenziali e assistenziali, quindi escludendo premi e contributi dovuti per l’assicurazione INAIL contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
Per quanto riguarda invece eventuali restituzioni, il datore di lavoro è tenuto a restituire l’incentivo nel caso in cui licenzi il beneficiario del RdC nei trentasei mesi successivi all’assunzione, (fatta eccezione per giusta causa o giustificato motivo). La restituzione avviene anche in base a:
licenziamento per giusta causa o giustificato motivo dichiarato illegittimo;
recesso dal contratto di apprendistato al termine del periodo di formazione;
recesso durante il periodo di prova;
dimissioni del lavoratore per giusta causa.
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