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Riforma pensioni: tutte le ultime novità per il 2022

VENERDÌ 13 AGOSTO 2021 | Lascia un commento
Scritto da Stefania Pili

In arrivo importanti novità sulla riforma delle pensioni. Tra le più interessanti la possibilità di andare in pensione a 57 anni di età, una misura accessibile a tutti non essendo vincolata al possesso della Legge 104. Naturalmente, per usufruire della pensione anticipata, sono richiesti una serie di requisiti e condizioni, anche per specifiche categorie di lavoratori, come i caregiver (indispensabile però assistere un familiare con un grave handicap, opportunamente certificato, che beneficia della Legge 104.

Queste, tuttavia, non sono le uniche opzioni per poter accedere alla pensione anticipata a 57 anni di età: a disposizione dei lavoratori italiani ci sono infatti anche altre opportunità per usufruire della pensione prima dei 67 anni di età. Vediamo insieme tutte le opzioni e novità sull'uscita anticipata dal mondo del lavoro.

 

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Il capolinea di Quota 100 e le riforme in arrivo

Quota 100 non esisterà più a partire dal 31 dicembre 2021, questo è certo. Ci si chiede quindi, quali possano essere le nuove formule che permetteranno ai lavoratori di accedere a una pensione anticipata. Ecco una sintesi delle diverse opzioni per lasciare il lavoro e le varie ipotesi di riforma.

 

Pensione anticipata

La pensione anticipata si ottiene perfezionando un requisito di natura contributiva. Nel dettaglio, il requisito contributivo è pari a 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini, senza differenza fra lavoratori dipendenti di azienden private, pubbliche o autonomi.

Al momento si discute del pensionamento anticipato con 41 anni di contribuzione, a prescindere dall’età. La seconda è quella del calcolo contributivo con 64 anni di età e 36 di contributi. La terza è l'anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni, rimanendo ferma a 67 la quota retributiva.

Attualmente, la pensione anticipata al raggiungimento dei 57 anni di età è riconosciuta a coloro rimasti senza lavoro dal almeno due anni. Ai potenziali pensionati sono però richiesti il altri due requisiti: oltre ai 57 anni di età, dovranno aver anche versato i contributi per almeno cinque anni e aver sottoscritto un apposito fondo pensione. Soltanto rispettando queste condizioni si potrà accedere alla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata (RITA), sfruttando l’opportunità di pensione anticipata con 57 anni di età anagrafica e 20 di contributi accumulati. Inoltre, i dipendenti del settore privato, per poter uscire anticipatamente dal mondo del lavoro, con un’invalidità dell’80% opportunamente certificata, potranno accedere alla pensione anticipata già a 56 anni.

 

Pensione di vecchiaia

La pensione di vecchiaia richiede, fino al 2022, 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi, sommati anche presso più gestioni Inps e Casse professionali, grazie al cumulo contributivo. Si tratta di una prestazione rivolta a tutti i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all’Assicurazione generale obbligatoria (Ago), agli iscritti alla Gestione Separata e ai lavoratori iscritti ai fondi pensione esclusivi e sostituivi dell’Ago.

 

Ape sociale

Una misura pensionistica che potrebbe essere prorogata. Si tratta di un provvedimento sperimentale in vigore dal 1° maggio 2017 la cui scadenza, in seguito a successivi interventi normativi, è al momento fissata al 31 dicembre 2021. Nello specifico, l'ape sociale è un anticipo pensionistico per le persone che hanno almeno 63 anni e rientrano nelle categorie socialmente deboli, come i disoccupati o chi lavora e assiste in casa un familiare disabile.

 

Precoci

Un tipo di pensionamento anticipato (attivo dal 2017) per uomini e donne con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, che hanno lavorato prima dei 19 anni per almeno 12 mesi, (rientrano anche i periodi di lavoro all’estero riscattati e i periodi riscattati per omissioni contributive). Il lavoro può essere stato svolto anche in modo non continuativo ma i lavoratori «precoci» devono risultare in possesso di anzianità contributiva precedente al 1996.

Isopensione

Un prepensionamento attivabile dai datori di lavoro con più di 15 lavoratori, con costi unicamente a carico dell’azienda. Permette un anticipo dell’accesso a pensione fino a 7 anni nel caso di esodi collocati entro il 30 novembre 2023 (dal 2024 la durata massima del prepensionamento torna a 4 anni). La durata massima dell’esodo è di 7 anni fino alla decorrenza della pensione di vecchiaia o, se arriva prima, alla pensione anticipata. Per accedervi con un accordo sindacale, l’azienda riconosce al lavoratore un assegno di valore pari alla pensione maturata al momento dell’uscita e una contribuzione previdenziale piena calcolata sulla media degli stipendi degli ultimi 48 mesi. Durante l’esodo è possibile cumulare l’isopensione con qualsiasi reddito di lavoro dipendente e autonomo.
 

Opzione Donna strutturale

Potrebbe essere questa la novità del nuovo governo. Si tratta di un meccanismo che permette alle donne lavoratrici di ritirarsi, con un minimo di 35 anni di contribuzione a 58 anni (59 nel caso delle lavoratrici autonome). Bisogna però accettare il calcolo con il metodo «contributivo» che è meno vantaggioso di quello «retributivo». La riduzione dell’assegno si attesta intorno al 20-30% e rimane poi per tutta la vita.

 

Contratto di espansione

Una misura modificata dal decreto Sostegni-bis che agevola il ricambio generazionale nelle imprese, consentendo di uscire dal lavoro su base volontaria fino a 5 anni prima della pensione di vecchiaia (67 anni di età) o di anzianità (42 anni e 10 mesi di contributi). Con il nuovo decreto è stata abbassata la soglia minima, che consentiva l’utilizzo del contratto di espansione alle aziende con almeno 250 lavoratori. Potranno applicare il contratto anche le aziende da 100 dipendenti in su.

 

Pensione di garanzia per i giovani (forse)

Si sta discutendo su questa misura rivolta a giovani che oggi hanno difficoltà a raggiungere carriere stabili e stipendi adeguati. Si è parlato di pensione di cittadinanza e di assegno garanzia volti all’individuazione di un minimo pensionistico garantito, accompagnato da appositi meccanismi di “cumulabilità”.

 

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Non sappiamo ancora con certezza cosa accadrà nel 2022 riguardo ai trattamenti pensionistici. Si spera, comunque, che siano approvate misure più flessibili per i lavoratori grazie anche un miglioramento generale dell'aspettativa media di vita.



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