Una necessità che si può trasformare in una vera e propria opportunità per il futuro del lavoro. Lo smart working, o lavoro agile, sta rivoluzionando la vita di migliaia di lavoratori italiani, costretti a rimanere a casa sì, ma svolgendo normalmente i propri impegni professionali, proprio come se fossero in ufficio. Ovvio, non tutti i lavori possono essere svolti senza la presenza fisica sul luogo di lavoro, ma chi sta lavorando con questa modalità, probabilmente, si sta rendendo conto di vari pro e contro. All'inizio ci si può trovare un pochino spaesati, ma col tempo, si sviluppa una continuità, con la quale affrontare gli impegni con più facilità e dimestichezza, ma anche con un po' di stanchezza in più, che viene accumulata dopo varie videoconferenze, call e lavoro di routine. Stanchezza derivata anche dal fatto di non essere abituati a dividere l'ambiente lavorativo con quello casalingo, magari con la presenza di figli o parenti.
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Secondo le prime ricerche, come quella condotta da OnePoll per conto di Citrix Systems, apparsa su Forbes questa settimana, la maggior parte dei dipendenti intervistati in tutto il mondo (Italia compresa), si sta adattando al lavoro da casa e ritiene che diventerà “la nuova normalità” per il mondo del lavoro. Ma facciamo un passo indietro. Lo smart working in Italia, fino a poco tempo fa, era qualcosa di semi-sconosciuto alle aziende e ai suoi dipendenti; chi lo adottava era soltanto una piccola fetta dei lavoratori, appena 570mila lavoratori, secondo l'ultimo Osservatorio smart working della School of Management del Politecnico di Milano. Ora, come ben sappiamo, tutto è cambiato, e anche le aziende meno inclini all'innovazione, si sono dovute adeguare.
Il lavoro a distanza è quindi una vera e propria novità, non solo nel territorio nazionale, ma anche nel resto del mondo. Meno della metà degli oltre 10mila lavoratori intervistati, ha affermato di aver lavorato da casa almeno 1 giorno alla settimana prima dell'arrivo del Coronavirus. Ecco i dati:
33% (Stati Uniti);
26% (Francia);
34,4% (Australia);
42,6% (Germania);
22,1% (Italia);
45% (Regno Unito).
Quali sono state per gli intervistati le sfide principali dell'adattamento allo smart working?
Isolamento dai colleghi;
Mancanza di interazioni faccia a faccia;
Difficoltà a separare il lavoro dalla vita personale.
Il giusto equilibrio per una buona produttività sta anche nell'avere a disposizione gli strumenti giusti, come quelli presenti in ufficio. Chi tra gli intervistati possiede questa fortuna, riesce a lavorare in modo più produttivo anche da casa. Questi sono, ad esempio, i dati di chi ha affermato di lavorare un numero di ore pari o superiore a quello precedente l'isolamento forzato:
77% (Stati Uniti);
60,9% (Francia);
80,8% (Australia);
76,2% (Germania);
70.80% (Italia);
68,2% (Regno Unito).
Inoltre, più della metà dei lavoratori in tutti i Paesi, ha dichiarato che i livelli di produttività sono uguali o superiori:
69% (Stati Uniti);
62,9% (Francia);
69,6% (Australia);
74,20% (Germania);
78,9% (Italia);
62,70% (Regno Unito).
Un'altra ricerca condotta in Italia nei mesi precedenti alla pandemia, conferma il fatto che il lavoro agile non sia affatto un modo di lavorare meno, anzi. L'analisi "Smart-Working: Work Flexibility Without Constraints” è stata effettuata per quasi un anno in un'azienda del Nord con oltre 4mila dipendenti, e consisteva nell'adozione di un solo giorno di smart working alla settimana. I risultati sono stati molto positivi: il lavoratore è molto più produttivo in termini quantitativi e secondo parametri specifici come il rispetto delle scadenze. I lavoratori con orari normali accrescono la loro produttività rispetto al mese precedente del 10-30%, i telelavoratori aumentano più velocemente, fra il 25-45%, una crescita che aumenta mese dopo mese.
Altri aspetti positivi sono la riduzione delle assenze per malattia: i lavoratori hanno infatti chiesto in media 5 giorni e mezzo di permesso in meno rispetto ai loro colleghi in ufficio. Questo perché è più semplice organizzarsi da casa e trovare il tempo per curarsi e andare dal medico, o comunque partecipare agli eventi importanti dei figli e della famiglia in generale.
I telelavoratori si organizzano meglio e sono più concentrati, grazie anche al risparmio di tempo e fatica in mezzo al traffico o nei mezzi pubblici, garantendo maggiore flessibilità per sbrigare gli impegni personali, come andare a prendere i figli a scuola o pulire la casa.
Staremo a vedere se le aziende saranno pronte ad adottare questo stile lavorativo anche dopo la fine della crisi. Si spera in aiuti concreti per aumentare la digitalizzazione aziendale anche da casa per vivere meglio e con meno stress.
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