Quali sono le ultime novità riguardo agli aiuti destinati a dipendenti e liberi professionisti? Tra le ipotesi più accreditate vi è quella relativa al bonus per chi lavora in smart working in questo periodo di emergenza sanitaria, il cosiddetto Bonus Smart Working, un contributo economico grazie al quale coprire i costi delle utenze che si sostengono lavorando da casa. Si parla quindi di bollette di luce e gas, di connessione Internet, della copertura dei buoni pasto perduti, fino allo svolgimento degli straordinari.
Per quanto riguarda invece le Partite IVA, oltre ai Ristori messi a disposizione dal governo, vi è anche la possibilità di usufruire di aiuti dalle Regioni, che hanno lanciato bandi specifici per accedere a bonus, prestiti e sospensioni dei mutui. Inoltre, con il nuovo decreto, si tenterà di aiutare anche chi, finora, ha ricevuto poco o addirittura nessun tipo di aiuto, compresi i professionisti senza Partita IVA.
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Lavorare da casa comporta sia vantaggi che svantaggi in termini di risparmio. Se è vero che si evita di utilizzare mezzi di trasporto pubblici e privati con costi in abbonamenti e carburante, di mangiare fuori e via dicendo, di certo non si può dire la stessa cosa per le bollette di casa. Lavorare da casa, infatti, significa spendere di più in utenze di gas, luce, riscaldamento e Internet rispetto al periodo nel quale si trascorreva quasi tutta la giornata in ufficio. Sembra banale ma, tra il tenere il riscaldamento acceso quasi tutto il giorno (e non solo la sera quando si tornava a casa), utilizzare Internet a tempo pieno e fare una spesa alimentare più corposa per colazione, pranzo e cena, può risultare parecchio dispendioso.
L'idea del Bonus Smart Working nasce dai sindacati e ha, per l'appunto, l'intento di agevolare i lavoratori costretti a svolgere il proprio impiego da casa nel pagamento delle spese di luce, internet, gas e riscaldamento. L'obiettivo è anche quello di sopperire anche alla perdita dei buoni pasto (che da soli valgono circa 160/200 euro) e del lavoro straordinario, più complicato da gestire con la modalità a distanza (negli ultimi mesi sono stati pagati soltanto gli straordinari legati allo svolgimento di lavoro durante il sabato o la domenica, con una perdita nella busta paga non irrilevante). L'ipotesi più accreditata, quindi, sarebbe quella relativa a una sorta di rimborso sulle spese che un singolo lavoratore deve fronteggiare per tutte le utenze connesse al lavoro che sta svolgendo.
Un'analisi condotta da Sos Tariffe ha preso in considerazione una media realizzata in base ai consumi medi standard relativi a due diverse tipologie di utenze, per le quali si è obbligati a pagare di più a causa dello smart working: un spesa media annuale per le forniture di luce e gas e la spesa media annuale di una connessione internet casa. L'arco di tempo analizzato è stato proprio il 2020, effettuando delle simulazioni di consumo causate dalle attività di studio e dal lavoro da casa di un single, di una coppia e di una famiglia. Vediamo i costi medi nel dettaglio:
lavoratore che vive da solo: nel 2020 la spesa di luce e gas era pari a 719 euro, mentre quella della connessione Internet casa ammontava a 397 euro, per un totale di 1.116 euro. Di questi, le spese sostenute per il lavoro da casa ammontano a 145 euro;
coppie: hanno speso 193 euro in più per lavorare da casa: le loro utenze totali del 2020 ammontano, in media, a 1.484 euro. Di questa spesa, 1.087 euro corrispondono alle bollette di luce e gas, mentre 397 euro è la spesa che si deve sostenere per avere accesso a una connessione internet casa;
famiglia: i costi per i consumi relativi a luce e gas salgono a 1.661 euro mentre quella relativa a Internet rimane una spesa fissa da sostenere, e ammontando dunque a 397 euro. Il costo totale delle utenze per il 2020 è stato quindi pari a 2.058 euro, dei quali 268 euro causati dallo smart working.
Spese sicuramente da non sottovalutare. Per questo motivo molti lavoratori stanno riflettendo su cosa sia più conveniente fare in vista di un probabile ritorno in ufficio. Ricordiamo comunque che, con la proroga dello smart working semplificato fino al 31 marzo 2021, tornare alla propria routine quotidiana sarà possibile solo a partire da aprile, a seconda della curva dei contagi e del piano vaccinale. Molti lo sperano per tornare a godere dei benefit che prima avevano e che ora non hanno più, mentre altri preferirebbero rimanere a casa con le proprie comodità, anche se questo non permetterebbe di ottenere uno stipendio identico a quello che si avrebbe lavorando in ufficio.
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Grazie al nuovo decreto, si potrà aiutare anche chi, finora, non ha ricevuto nulla o ha ricevuto poco, compresi i professionisti. Per accedervi, verrà preso in considerazione l’intero fatturato dell’anno passato, compresi anche i vari lavori stagionali, scontando quello che eventualmente si è già ottenuto (Ristori, Cig, contributi sugli affitti e via dicendo). L’obiettivo è di rimborsare una quota dei costi fissi partendo sempre dalle perdite di fatturato subite. Non si è ancora a conoscenza della soglia, ma potrebbe essere più alta del 33% utilizzato sinora per tener conto delle risorse disponibili.
Per quanto riguarda il Bonus Partite IVA, con il nuovo Decreto Ristori si intende a non considerare i codici Ateco, ma di assicurare indennizzi a tutte le partite IVA e gli imprenditori in grado di dimostrare di aver subito un calo del fatturato a causa del blocco delle attività determinate dall’emergenza sanitaria. Per ottenere il bonus occorreranno comunque altri requisiti:
essere in possesso della partita IVA da almeno 3 anni;
essere in regola con i contributi INPS;
avere un reddito inferiore a 50mila euro all’anno.
Si potrà beneficiare del bonus se si dimostra di non essere beneficiari di alcun altro sostegno al reddito.
L’Inps ha inoltre chiarito che possono fare domanda anche i lavoratori autonomi sprovvisti di partita IVA e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, a patto che questi siano stati titolari di contratti autonomi occasionali nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2019 e il 29 ottobre 2020.
Per avere accesso al bonus, inoltre, è necessaria l’iscrizione alla Gestione Separata dell’Inps con accredito di almeno un contributo mensile (sempre nel periodo compreso tra il 1 gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del Decreto Ristori).
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Oltre agli aiuti Ristori messi a disposizione dal governo, ci sono anche diversi bandi regionali per accedere a bonus, prestiti e sospensioni dei mutui. Vediamo nel dettaglio:
Piemonte: ha messo a disposizione un budget di 18,2 milioni, per erogare un contributo a fondo perduto fino a 7.500 euro per abbattere i costi dei mutui con tetto massimo di 100.000 euro;
Lombardia: si attende la riapertura del “Credito Adesso Evolution”, 270 milioni destinati ai professionisti che potranno richiedere prestiti calcolati tra i 18mila e 200mila euro, con un interesse fissato al 3%;
Liguria: riaprirà due bandi, uno per i contributi per la digitalizzazione, l’altro per la sanificazione anti-Covid per un totale di 10 milioni di euro;
Veneto: i professionisti e le PMI potranno accedere al Fondo di garanzia per richiedere mutui e altri finanziamenti. È previsto un budget di 41 milioni di euro;
Friuli Venezia Giulia: sono previsti diversi contributi, dalle spese per l’avvio dell’attività fino alla maternità e i tirocini all’estero;
Emilia Romagna: i lavoratori autonomi potranno richiedere prestiti da 5 a 25mila euro, garantiti al 50% e con un tasso di interesse pari a 0;
Toscana: mette a disposizione dei tirocinanti, che hanno dovuto interrompere l’attività formativa, dei sussidi da due mensilità, calcolati in base ai giorni di interruzione;
Calabria: offrirà finanziamenti agevolati per professionisti e imprese in carenza di liquidità con prestiti a tasso agevolato da 15 a 80mila euro per un budget complessivo di 40 milioni di euro.
Sardegna: l’Assessorato regionale del Lavoro ha pubblicato l’Avviso FONDO (R)ESISTO per sostenere le imprese e i lavoratori in conseguenza della sospensione o ridotta attività dovuta all’emergenza da Covid19 e salvaguardare i livelli occupazionali attraverso l’erogazione di sovvenzioni a Micro, Piccole e Medie imprese (Grandi imprese, Lavoratori e lavoratrici titolari di Partita IVA residenti in Sardegna senza dipendenti, particolarmente colpiti dalla pandemia).
Per informazioni più specifiche sulle domande e sulle scadenze dei vari bandi, si consiglia di accedere al sito della propria regione.
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