L'Italia sta cercando, con tutte le sue forze, di riprendersi il più possibile da questo brutto momento. La storia ci insegna, d'altronde, che anche dai momenti più difficili ci si può rialzare ancora più positivi, forti e consci delle proprie potenzialità. Proprio per questo, le misure restrittive per l'Italia aumentano giorno dopo giorno per prevenire il più possibile il diffondersi del Coronavirus. Il Consiglio dei Ministri ha quindi deciso di stanziare una somma straordinaria di 25 miliardi, approvando anche le nuove misure con ammortizzatori sociali e aiuti alle imprese e alle famiglie per combattere le difficoltà che il Paese sta affrontando.
Venticinque miliardi di disponibilità finanziarie da non utilizzare subito, ma sicuramente da poter usufruire per un'emergenza che è sia sanitaria sia economica, e che ha un importante impatto sociale. Intanto subito un decreto per 12 miliardi di interventi. Le altre risorse, invece, costituiscono uno stanziamento di riserva per possibili futuri interventi da realizzare anche in un quadro europeo. Per la sanità e la Protezione civile vengono stanziati due miliardi; quest'ultima avrà anche il diritto di “requisire” beni mobili e immobili, compresi gli alberghi. In modo da fronteggiare l'emergenza, qualora ci fosse la necessità.
Cassa integrazione per tutti i lavoratori, aiuti a precari. Per cassa integrazione si intende parte dello stipendio pagato dallo Stato a chi lavora per un'azienda che si ferma; in questo caso, la cassa integrazione viene resa universale, ovvero utilizzabile anche dalle imprese con meno di 5 dipendenti. L'obiettivo è che nessuno perda il posto di lavoro a causa del Coronavirus e che nessuno venga licenziato. Una copertura verrà garantita anche a chi, non viene coperto dalla cassa integrazione, come i lavoratori stagionali (ad esempio legati al turismo), gli autonomi (come i lavoratori dello spettacolo), e chi possiede un contratto a tempo determinato. La cassa integrazione copre fino all'80% dello stipendio e, in ogni caso, non può superare i 1.150 euro al mese. Sarà affiancata da un altro strumento, il fondo di integrazione salariale, che potrà far salire la somma oltre quella soglia.
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Misure per la famiglia, per mutui e affitti (ma solo chi ha perso reddito). Viene confermato il pacchetto famiglia, con 15 giorni di congedo parentale extra per i genitori che lavorano e hanno minori di 12 anni a casa per la chiusura della scuola (con stipendio almeno al 30% e variabile a seconda del reddito), o il voucher da 600 euro per assumere una babysitter. Queste due misure, per il momento, sono finanziate fino al 3 aprile, nella previsione che il giorno dopo le scuole riapriranno. In caso di prolungamento, andranno rifinanziate.
Per quanto riguarda invece il discorso affitti, il governo sta ancora valutando un rinvio delle scadenze di pagamento, così come le rate del mutuo. A questo proposito, il rinvio non sarà legato al reddito, ma a quanto la persona sia stata direttamente colpita dall'emergenza in corso. Stesso procedimento per il rinvio de pagamento delle tasse e dei contributi per i soggetti danneggiati dalla crisi.
Ricordiamo, infatti, che con il Decreto dell'11 marzo, il governo sospende per 14 giorni su tutto il territorio nazionale le attività commerciali al dettaglio, le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), le attività inerenti i servizi alla persona (fra cui parrucchieri, barbieri, estetisti). Restano aperti (garantendo la distanza di sicurezza interpersonale di un metro) supermercati, ipermercati, farmacie, parafarmacie, edicole e alcune attività di commercio al dettaglio riguardanti per esempio articoli igienico-sanitari, carburanti e altri.
Anche per quanto riguarda i mutui, la moratoria dovrebbe riguardare solo le prime case: la sospensione del pagamento riguarderà chi è al di sotto di una determinata soglia di reddito o di Isee (indicatore di reddito e patrimonio). Una misura speciale per far fronte all'emergenza per aiutare chi sta subendo un drastico danno economico, chi, quindi, non ha fonti di reddito sufficienti per rispettare le scadenze (chi andrà in cassa integrazione, chi sarà costretto a chiudere anche temporaneamente la propria attività). In ogni caso, tutti i termini precisi devono essere ancora definiti.
Il primo rinvio riguarderà la scadenza del 16 marzo relativo alla scadenza dell'Iva; una volta terminata l'emergenza, con una ripresa delle attività economiche, una parte di quesi soldi potrà essere chiesta indietro dallo Stato.
Il Governo intende infatti posticipare una serie di adempimenti per venire incontro alle oggettive difficoltà di contribuenti e operatori del fisco per assicurare un adeguato sostegno alle aziende e ai lavoratori autonomi colpiti dagli effetti dell’emergenza, in termini di riduzione del livello di attività e di fatturato con conseguente impatto sulla liquidità; potranno, inoltre, essere introdotte misure di sospensione dei versamenti tributari e contributivi, anche in previsione di un futuro parziale ristoro.
Risorse da Cdp e Sace, i fondi per le imprese. Verrà ulteriormente potenziato il Fondo centrale di garanzia a sostegno delle piccole e medie imprese, che a oggi copre finanziamenti bancari per 40 miliardi. Le imprese potranno continuare a beneficiare delle aperture di credito accordate, ma non ancora utilizzate. Si aggiungono anche le risorse messe a disposizione dalla Cassa Depositi e Presiti e da Sace per sostenere le imprese, che passano da 1 a 7 miliardi: 3 miliardi destinati a sostenere l'export e l'internazionalizzazione delle imprese per poter sostenere il Made in Italy.
Fondamentale anche il sostegno degli investimenti pubblici, seguendo il cosiddetto modello Genova seguito per la ricostruzione del ponte Morandi.
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