Molto spesso sentiamo parlare di una sempre più radicale insoddisfazione riguardo il proprio lavoro. Storie che raccontano di crescente stress che va a mischiarsi ad angoscia, rabbia e noia, andando a incidere su una proverbiale infelicità, figlia di una società che punta sempre più frequentemente sull’egoismo e sulla capacità quasi inesistente di empatia e tolleranza nei confronti degli altri. Ma le cose stanno davvero così? L’infelicità sul posto di lavoro esiste realmente?
I dati parlano chiaro: secondo una recente indagine portata avanti da People3.0, cooperativa italiana di consulenza manageriale, si è felici almeno una volta nel 23% dei casi, all’estero il 32%. La ricerca ha analizzato 600 interviste di lavoratori di ogni tipo, dagli amministratori ai tecnici fino a impiegati appartenenti a settori differenti. Ma in Italia c’è chi afferma di non aver nemmeno mai provato la sensazione di felicità: il 42% in Italia, il 30% fuori dai confini nazionali. Scavando più nello specifico, l’82% degli amministratori sente comunque di essere felice almeno una volta a settimana contro il misero 52% dei dipendenti (73% all’estero).
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Una battaglia persa quella dell’Italia, che dimostra di essere una nazione molto più scontenta e insoddisfatta da un punto di vista professionale rispetto ai Paesi esteri, andando a incrementare una visione di mancata armonia dei lavoratori all’interno delle aziende. Sarebbe quindi necessario un impegno massiccio da parte delle imprese al fine di creare efficienza e appagamento. Non è solo lavoro, è vita, quindi cercate di conquistare la vostra felicità, quella che vi spetta di diritto.
Proviamo ora a comprendere da cosa nasce questa cosiddetta infelicità nel posto di lavoro:
I fattori negativi possono essere molteplici, ma bisogna ricordarsi prima di tutto che siamo noi gli unici artefici della nostra vita.
Il nostro atteggiamento è il primo fattore in grado di influenzare ciò che accade. Siate positivi con tutti, anche con chi cerca in tutti i modi di sminuire ciò che fate. Prendete come spunto per migliorare la situazione questi piccoli consigli:
Mettere in difficoltà il prossimo è sintomo di debolezza. Sminuire ed evidenziare i difetti degli altri (magari anche inesistenti) soddisfa la vita di alcuni individui ma non deve essere d’intralcio in nessun modo alla vostra vita. Cercate di andare avanti per la vostra strada prendendovi cura di voi stessi e coltivando costantemente le vostre passioni e le vostre competenze senza cadere nella trappola dell’egoismo e della frustrazione.
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Voi avete mai vissuto situazioni spiacevoli sul posto di lavoro? Problemi con il capo o con i colleghi? Mansioni o turni troppo impegnativi? Scrivetecelo qua nei commenti e confrontiamoci ;)