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Green Pass obbligatorio dal 15 ottobre per tutti i lavoratori: cosa c'è da sapere

SABATO 18 SETTEMBRE 2021 | Lascia un commento
Scritto da Stefania Pili

L'Italia si prepara al decreto tanto atteso: green pass obbligatorio dal 15 ottobre per tutti i lavoratori, pubblici e privati. Sospensione e stop allo stipendio per chi si reca al lavoro sprovvisto di green pass ma nessun licenziamento. Il decreto riguarda anche le tematiche dei controlli, dei tamponi a prezzo calmierato e del rilascio del documento dopo la prima dose con regole valide fino al 31 dicembre 2021, parallelamente alla durata dello stato d'emergenza.

Il provvedimento coinvolge 23 milioni di lavoratori: sono compresi deputati e senatori ma anche colf, babysitter e badanti (collaboratori familiari), ma non solo: anche chi lavora con partita Iva e chi presta occasionalmente un servizio. Non sarà più soltanto richiesto di indossare la mascherina, quindi, ma anche di avere il green pass. Obbligo di Green pass in capo a magistrati e al personale che accede alle aule di giustizia, ma non per gli avvocati.

Chi non avrà il green pass, non potrà accedere all’interno dei luoghi di lavoro e verrà considerato assente ingiustificato. Dopo cinque giorni di assenza ingiustificata, nell’ambito del comparto pubblico, e solo un giorno nel privato, il rapporto di lavoro è sospeso e non è dovuta la retribuzione. Per le violazioni è prevista una multa tra 600 e 1.500 euro. I datori di lavoro sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni.

 

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Il D.L. Green pass bis

Ebbene sì, l'Italia sarà il primo Paese europeo a imporre il green pass a tutti lavoratori, pubblici e privati. Ne consegue che non si potrà accedere in azienda, in ufficio, negli studi professionali o in qualunque altro luogo di lavoro, senza esibire un valido green pass. La bozza del decreto  appena approvata dal Consiglio dei Ministri del 16 settembre 2021 adotta, quindi, il principio universale dell’accesso ai luoghi di lavoro che esclude solamente i pensionati, le casalinghe e i disoccupati.

La proroga della fine dello stato d’emergenza, fissata al 31 dicembre 2021, definisce automaticamente anche anche la possibilità di esercitare lo smart working in azienda per tutti i lavoratori senza accordi sindacali preventivi. Ma il lavoro agile non è obbligatorio né il lavoratore può imporlo all’azienda: I lavoratori dipendenti No vax, quindi, non potranno decidere autonomamente di lavorare da casa. Se, per esigenze di ufficio, il datore di lavoro chiede al lavoratore di lavorare in smart working, il green pass non è richiesto ma “l’assenza del certificato non può dare in automatico diritto al lavoro da remoto”. Se però il datore di lavoro richiede la sua presenza in sede, senza Green Pass scatta la sospensione o l’aspettativa.

Il Green pass sarà obbligatorio anche per ristoratori, titolari e dipendenti di palestre, piscine, conducenti e personale dei mezzi di trasporto a lunga percorrenza.

La scelta è stata approvata per aumentare maggiormente il numero di vaccinati prima dell’inizio dell'autunno. L’obiettivo è di raggiungere in meno di quattro settimane una zona di sicurezza, una sorta di immunità sociale con una copertura dell’85% della popolazione vaccinabile.

 

Lavoratori pubblici

L'obbligo per il personale pubblico viene esteso a:

  • personale delle amministrazioni pubbliche;

  • Autorità indipendenti;

  • Consob;

  • Covip;

  • Banca d’Italia;

  • enti pubblici economici;

  • organi di rilevanza costituzionale;

  • titolari di cariche elettive o di cariche istituzionali di vertice;

  • soggetti, anche esterni, che svolgono a qualsiasi titolo, la propria attività lavorativa o formativa presso le pubbliche amministrazioni.


I controlli saranno effettuati sui luoghi di lavoro. Inoltre, i datori di lavoro devono individuare i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle eventuali violazioni. La retribuzione non è dovuta dal primo giorno di assenza, ma viene comunque mantenuto il diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per coloro che sono colti in assenza di Certificazione sul luogo di lavoro, viene prevista una sanzione pecuniaria da 600 a 1500 euro (a seconda dei diversi ordinamenti di appartenenza).

 

Lavoratori privati

L'articolo 3 del decreto stabilisce che i lavoratori privi del green pass "al momento dell’accesso al luogo di lavoro, sono sospesi dalla prestazione lavorativa, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nel luogo di lavoro, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato". Al pari del lavoro pubblico, anche per quello privato sono i datori di lavoro a dover salvaguardare il rispetto delle prescrizioni. I controlli saranno effettuati all’accesso ai luoghi di lavoro e, nel caso, anche a campione. I datori di lavoro devono individuare inoltre, tra i propri dipendenti, i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle possibili violazioni.

Per le aziende con meno di 15 dipendenti, è prevista una disciplina preordinata a consentire al datore di lavoro di sostituire temporaneamente il lavoratore privo di Certificato Verde.

 

Tamponi e nuove tariffe

Le novità del decreto riguardano anche il costo dei tamponi per ottenere la certificazione verde, che sarà interamente a carico dei lavoratori. I tamponi gratuiti, invece, saranno disponibili solo per chi è esentato dalla vaccinazione con apposita certificazione medica, al fine di assicurare l'esecuzione gratuita dei test molecolari e antigenici rapidi, per i cittadini con disabilità o in condizione di fragilità che non possono effettuare la vaccinazione anti SARS-CoV-2.

Riassumendo, il costo dei tamponi sarà pari a zero per chi non può sottoporsi a vaccinazione, 8 euro per i minorenni, 15 euro per i maggiorenni fino al 31 dicembre. Le farmacie che non praticheranno i prezzi calmierati incorreranno in una sanzione amministrativa da 1.000 a 10.000 euro. Il Prefetto territorialmente competente, tenendo conto delle esigenze della continuità del servizio di assistenza farmaceutica, potrà in caso di violazione della norma, disporre la chiusura della farmacia per una durata non superiore a cinque giorni.

La validità della durata dei tamponi molecolari (anche salivari) è di 72 ore, mentre per i test antigenici la durata viene fissata in 48 ore.

Novità anche per quanto riguarda i tempi di chi è guarito dal Covid e deve ottenere il certificato verde: i guariti dal virsu infatti, non dovranno più attendere 15 giorni dalla prima dose di vaccino per avere il green pass, ma lo potranno ottenere subito dopo la prima somministrazione. Si riducono, perciò, i tempi per avere il certificato.

 

Organi Costituzionali, magistrati e tribunali

Ecco cosa afferma il nuovo decreto a riguardo: "Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza, al fine di tutelare la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, i magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, gli avvocati e procuratori dello Stato, i componenti delle commissioni tributarie non possono accedere agli uffici giudiziari se non possiedono e, su richiesta, non esibiscono la certificazione verde Covid-19", recita l'articolo 2. "Le disposizioni (...) si applicano anche al magistrato onorario" mentre, si specifica, le disposizioni "non si applicano agli avvocati e altri difensori, consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, testimoni e parti del processo".

Nello specifico, si precisa che, per consentire il pieno svolgimento dei procedimenti, l’obbligo non si estende a:

  • avvocati;

  • altri difensori;

  • consulenti;

  • periti;

  • altri ausiliari del magistrato estranei all’amministrazione della Giustizia;

  • testimoni;

  • parti del processo.

 

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