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Il lavoro da remoto tra isolamento e perdita di innovazione

VENERDÌ 18 DICEMBRE 2020 | Lascia un commento
Foto Il lavoro da remoto tra isolamento e perdita di innovazione
Scritto da Stefania Pili

Contatto con le persone quasi inesistente, isolamento in aumento e perdita costante di innovazione: queste sono solo alcune delle conseguenze del lavoro da remoto. Non solo, si parla anche di una sempre più ridotta condivisione di idee e di propensione a una cultura di squadra.

Il lavoro da casa è stato quindi oggetto di attenta osservazione da parte del recente studio Work.Reworked promosso da Microsoft, realizzato lo scorso agosto in 15 Paesi europei, Italia compresa, condotto da KRC Research in collaborazione con Boston Consulting Group. L'indagine, apparsa sul sito del Il Sole 24 Ore, ha dimostrato come le persone si siano adattate al lavoro da remoto in seguito all'emergenza sanitaria da Covid-19 e come le aziende dovranno supportare i propri collaboratori attraverso questa modalità anche nel futuro. Oggetto della ricerca oltre 600 manager e dipendenti di grandi imprese italiane.

Il problema principale è comprendere che, se il lavoro flessibile e le attività professionali svolte in modalità ibrida sono oramai una consuetudine di molti lavoratori e aziende, adottate sempre più spesso per una maggiore produttività, il remote working può anche avere degli effetti collaterali negativi.

 

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L'allarme dei ricercatori

Perché si è evidenziato questo problema? Dai dati analizzati, ben il 77% delle imprese italiane ha adottato nel 2020 modelli flessibili di lavoro (solo il 15% nel 2019) e nel 66% dei casi i manager delle aziende intervistate vedono i propri dipendenti lontano dall’ufficio almeno un giorno alla settimana anche nei prossimi mesi.

Vediamo gli aspetti positivi: i leader hanno riscontrato vantaggi dal punto di vista dell'efficienza e della performance. Nello specifico, il 71% di loro,è consapevole che le nuove modalità “ibride” di lavoro comportino significativi risparmi in termini economici. Sei intervistati su dieci (il 64% per la precisione), hanno dichiarato, inoltre, che l'attività da remoto possa essere un modo efficace per trattenere i collaboratori migliori.

Il lavoro da casa sembrerebbe aver convinto manager e dipendenti, quindi. Nessuno vuole tornare alle modalità di lavoro tradizionale: i manager si aspettano l'introduzione di più procedure miste nel lungo periodo, mentre i dipendenti prevedono di trascorrere in media un terzo del proprio tempo al di fuori dell'ufficio classico.

Arriviamo ora ai dati negativi che si sono maggiormente evidenziati: l'87% degli intervistati ha riscontrato una produttività pari o superiore rispetto a quando lavorava in ufficio ma, al contempo, denuncia una flessione della capacità di innovazione. Veniamo ora al fattore innovazione: solo il 30% dei manager, infatti, ritiene che la propria azienda, oggi, possieda una cultura orientata al cambiamento rispetto al 40% del 2019 ed è stato anche rilevato un calo anche nella percezione dell’innovazione di prodotti e servizi, passata dal 56% al 47%.

 

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La produttività richiede sicurezza e controllo

Le preoccupazioni riguardano anche il benessere economico, fisico ed emotivo dei lavoratori. In base allo studio apparso su Il Sole 24 Ore Technology and the Evolving World of Work, condotto da Lenovo su un campione di 20mila persone di 10 Paesi (Italia compresa) fra l'8 e il 14 maggio di quest'anno, il Covid-19 ha determinato un importante cambiamento delle dinamiche lavorative (nello specifico per il 72% dei lavoratori intervistati). Come nello studio precedente, si è d'accordo sulla maggiore connettività ed efficienza, ma sorgono anche problemi legati più alla sfera personale, purtroppo sempre più interconnessa con quella professionale.

L'85% degli intervistati ha infatti dichiarato di fare maggiore affidamento sul proprio personal computer rispetto a quando si trovava in un ufficio, circa due terzi (il 63%) si sente più produttivo e oltre la metà (il 52%) si dice convinto che continuerà a lavorare da casa più di quanto facesse prima del lockdown, anche quando non saranno più obbligatorie le misure di distanziamento sociale.

Per questi motivi si richiede maggiore controllo e sicurezza nei confronti dei lavoratori. Occorrono sicuramente soluzioni tecnologiche personalizzabili e scalabili, come dichiarato dalla maggior parte degli intervistati, i quali chiedono ai datori di lavoro maggiore attenzione riguardo gli investimenti sulle tecnologie utili ad agevolare il lavoro da casa. L'indagine, a questo proposito, rivela proprio che sette dipendenti su 10 hanno acquistato nuovi dispositivi digitali per lavorare da remoto e circa il 40% ha dovuto migliorare a proprie spese, in toto oppure in parte, la propria dotazione digitale.

 

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