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Naspi 2025: le nuove regole per chi si dimette volontariamente e vuole l’indennità

MARTEDÌ 17 DICEMBRE 2024 | Lascia un commento
Foto Naspi 2025: le nuove regole per chi si dimette volontariamente e vuole l’indennità
Scritto da Stefania Pili
A partire dal 1° gennaio 2025, entrano in vigore importanti novità relative alla Naspi (Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego), soprattutto per chi ha scelto di dimettersi volontariamente. Se hai lasciato un lavoro a tempo indeterminato e pensi di poter accedere all’indennità di disoccupazione in caso di licenziamento successivo, sarà necessario rispettare nuovi requisiti.

 

Naspi 2025: le nuove regole per chi si dimette volontariamente e vuole l’indennità. Questa misura, introdotta con un emendamento alla Manovra 2025, mira a regolamentare il sistema di accesso alla Naspi, riducendo comportamenti opportunistici e garantendo maggiore equità tra lavoratori e aziende. Scopriamo insieme cosa cambia, come funziona la Naspi e cosa fare per non perdere l’accesso a questa importante tutela.

 

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Cos’è la Naspi e chi ne ha diritto

La Naspi, o Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è un sussidio di disoccupazione introdotto dal 1° maggio 2015 per i lavoratori subordinati che si trovano in disoccupazione involontaria. Questa indennità sostituisce le precedenti forme di tutela (ASpI e MiniASpI) ed è gestita direttamente dall’INPS.

A chi spetta la Naspi?

  • Lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il lavoro.

  • Apprendisti, soci lavoratori di cooperative con rapporto subordinato e personale artistico subordinato.

  • Esclusi i dipendenti a tempo indeterminato delle pubbliche amministrazioni e gli operai agricoli.

 

Cosa cambia da gennaio 2025?

La novità riguarda i lavoratori che si sono dimessi volontariamente da un impiego a tempo indeterminato nei 12 mesi precedenti. A partire dal 1° gennaio 2025, questi lavoratori avranno diritto alla Naspi in caso di licenziamento da un nuovo lavoro solo se soddisfano una nuova condizione fondamentale:

  • Aver accumulato almeno 13 settimane di contribuzione nella nuova mansione per la quale si richiede l’indennità.

 

Perché viene introdotta questa modifica?

L’obiettivo della nuova misura è duplice:

  1. Limitare la tendenza alle dimissioni strategiche: alcuni lavoratori tendevano a dimettersi e a ottenere nuovi impieghi di breve durata, terminando con un licenziamento volontario per accedere alla Naspi.

  2. Ridurre i costi per le aziende: le imprese, in caso di licenziamento, sono obbligate a pagare un ticket di licenziamento. La nuova regola mira a rendere più sostenibile il sistema.

Questa modifica punta a garantire che la Naspi venga utilizzata come una tutela per disoccupazioni reali e non pianificate, riducendo possibili abusi del sistema.

 

Come funziona la Naspi: importo e durata

La Naspi viene corrisposta per un periodo pari alla metà delle settimane contributive maturate negli ultimi quattro anni.

Calcolo dell’Importo Naspi

L’indennità varia a seconda della retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni:

  • Se la retribuzione è inferiore all’importo di riferimento annuo stabilito dall’INPS, l’indennità è pari al 75% della retribuzione media imponibile.

  • Se la retribuzione è superiore, si applica il 75% più il 25% della differenza tra la retribuzione media e l’importo massimo previsto.

Riduzione progressiva: A partire dal 91° giorno, l’importo della Naspi si riduce del 3% al mese.

Chi deve fare attenzione alle novità della Naspi?

La nuova regola interessa principalmente:

  • Chi sta valutando le dimissioni volontarie da un impiego stabile per intraprendere una nuova opportunità lavorativa.

  • Lavoratori con contratti di breve durata: La nuova condizione rende più difficile utilizzare un secondo lavoro per accedere alla Naspi.

Per questo motivo, è fondamentale pianificare attentamente ogni transizione lavorativa e tenere in considerazione la nuova soglia delle 13 settimane contributive.

 

Cosa fare per non perdere il diritto alla Naspi

Ecco alcuni consigli pratici per chi sta considerando un cambio di lavoro:

  1. Valuta le tue dimissioni: se stai pensando di dimetterti, verifica quali sono le tue reali possibilità di accedere alla Naspi in caso di perdita del successivo impiego.

  2. Accumulare le 13 settimane di contribuzione: se trovi un nuovo lavoro, assicurati di rispettare il requisito contributivo minimo.

  3. Consulta un esperto: rivolgiti a un consulente del lavoro o all’INPS per chiarire i tuoi dubbi e valutare l’impatto della tua scelta lavorativa.

 

Altre novità: assegno di inclusione e supporto per la formazione

Parallelamente alla modifica della Naspi, la Manovra prevede aggiornamenti per altre misure di sostegno:

Assegno di Inclusione (Adi)

  • La soglia di reddito ISEE per richiedere l’Adi sale a 10.140 euro.

  • Il valore del reddito familiare massimo passa da 6.000 a 6.500 euro, con importi più alti per nuclei con anziani o disabili.

Supporto per la Formazione e il Lavoro

  • La soglia ISEE passa da 6.000 a 10.140 euro, e il beneficio economico aumenta da 350 a 500 euro mensili.

  • Misura rivolta a persone tra i 18 e 59 anni, previa iscrizione al Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL).


 

Dal 1° gennaio 2025, la Naspi cambierà le regole del gioco per chi si dimette volontariamente e trova successivamente un nuovo impiego. La condizione delle 13 settimane di contribuzione rappresenta un vincolo importante che i lavoratori devono considerare per non perdere il diritto all’indennità.

Pianificare le proprie scelte lavorative diventa più importante che mai: informati, valuta le tue opzioni e agisci con consapevolezza.

Per rimanere aggiornato sulle novità del mondo del lavoro e della disoccupazione, continua a seguire il blog di Applavoro.
 

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Fonte: Sky Tg24



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