Blog e News

Nuova proroga smart working: ma gli italiani cosa pensano del lavoro agile?

MARTEDÌ 29 MARZO 2022 | Lascia un commento
Foto Nuova proroga smart working: ma gli italiani cosa pensano del lavoro agile?
Scritto da Stefania Pili

Il 1° aprile si dirà addio allo stato di emergenza, ma cosa accadrà allo smart working semplificato? E i lavoratori italiani cosa preferiscono? Tornare in ufficio o continuare a lavorare da casa?

 

Nuova proroga per lo smart working, anche dopo la fine dello stato di emergenza prevista per il 31 marzo 2022. Ma in cosa consiste esattamente? E cosa accadrà dopo il 1° aprile?

Scopriamo quindi in cosa consiste la nuova proroga per lo smart working 2022 e cosa pensano gli italiani della modalità di lavoro a distanza che ha caratterizzato gli ultimi anni tra pandemia, lockdown e nuove regole.

 

Leggi anche: “Smart working: quanto risparmiano all'anno i lavoratori?

Proseguimento del lavoro agile

Dal 1° aprile prossimo ci sarà la proroga dello smart working adottato dall'inizio della pandemia. Niente più scadenza inizialmente prevista per il 31 marzo 2022, nonostante la fine dello stato di emergenza. Pertanto, il lavoro agile potrà essere ancora preso in considerazione fino al 30 giugno 2022 grazie a un accordo individuale tra lavoratore e datore di lavoro del settore privato, compresi anche i lavoratori fragili.

Si dovranno comunque rispettare alcune semplici regole sul lavoro a distanza:

  • stipulare un accordo con ogni lavoratore, senza che sia scritto, con una comunicazione anche via e-mail;

  • rispettare l'obbligo dell'accordo individuale, pena il comportamento antisindacale per le aziende che non lo rispettano;

  • continueranno a essere opzionali gli accordi con i sindacati, che dovranno essere rispettati dalle aziende che applicano un CCNL o un accordo di secondo livello per il lavoro agile;

  • la modalità semplificata varrà anche per l’invio dei termini di attivazione del lavoro agile al portale del Ministero del Lavoro.


Nel provvedimento, si afferma anche che deve essere garantito il 30% delle ore a distanza per far sì che sia un vero lavoro agile.

Cosa succederà dal 1°luglio? Cesserà solo la forma semplificata, quindi ci dovrà essere un accordo in forma scritta tra dipendente e datore di lavoro. Un accordo regolato dalla legge 81/2017 e dal protocollo sottoscritto al Ministero del Lavoro che dovrà contenere la durata, l'alternanza tra i periodi di lavoro all’interno e all’esterno dei locali aziendali, i periodi di riposo e di disconnessione.

 

Ti potrebbe interessare anche: “Bonus lavoratori part-time: a chi spetta e come fare domanda

In Italia meglio lo smart working che uno stipendio più alto

Ebbene sì, una ricerca condotta da Inapp, Istituto Nazionale per l'Analisi delle politiche Pubbliche, su un campione di oltre 45mila intervistati, ha fatto emergere la tendenza, da parte dei lavoratori italiani, di preferire il lavoro a distanza a uno stipendio più elevato.

Lo studio è stato effettuato tra marzo e luglio 20021, periodo nel quale vi erano 7,2 milioni di lavoratori in smart working almeno un giorno alla settimana. Il 54,7% di loro ha valutato positivamente la modalità agile. Il 46% vorrebbe continuare a svolgere il proprio lavoro tramite lo smart working per almeno un giorno e il 24% per tre o più giorni a settimana. Il 54, 2%, invece, non vorrebbe mai lavorare a distanza. Ma il dato più significativo è testimoniato dal fatto che 1 dipendente su 5 accetterebbe un’eventuale riduzione dello stipendio pur di lavorare da remoto.

In generale, comunque, l'indagine ha fatto emergere come il lavoro da casa sia giudicato complessivamente positivo per la maggioranza degli intervistati, anche se il 63,9% di loro ritiene che esso generi isolamento, e circa il 60% che non aiuti nei rapporti con i colleghi.

 

Consulta anche: “Come iniziare al meglio la giornata lavorativa in 6 semplici step



LinkedIn
Whatsapp
LASCIA UN COMMENTO
Acconsento al trattamento dei miei dati personali in conformità alle vigenti norme sulla privacy. Dichiaro di aver letto e accettato l'informativa sulla privacy
INVIA COMMENTO